Troppi debiti con Equitalia, commercialista si impicca nel suo ufficio
Un commercialista di 67 anni, P.G, si è tolto la vita lo scorso mercoledì nel suo studio a Roma dove si è impiccato. Prima di suicidarsi l'uomo ha lasciato un biglietto alla segretaria, non voleva che trovasse lei il suo corpo senza vita: "Non aprire la porta, chiama qualcun altro. I motivi del suicidio sono nel cassetto della mia scrivania". Nel cassetto del tavolo a cui ha lavorato una vita nessun biglietto di addio ma diverse cartelle esattoriali di Equitalia.
Trovato il messaggio di ritorno dalla pausa pranzo, la dipendente ha immediatamente chiamato i carabinieri che hanno forzato l'ufficio chiuso a chiave trovando il corpo senza vita. Da quanto ricostruito dagli inquirenti l'uomo aveva accumulato debiti per circa 500mila euro, molti proprio con Equitalia. E proprio su quei debiti indaga ora il pubblico ministero Marcello Monteleone, a cui è stato affidato il fascicolo per istigazione al suicidio aperto dalla procura.
Non è per nulla chiaro come l'uomo, professionista affermato, sia riuscito a contrarre così tanti debiti. Debiti di cui l'uomo non aveva mai fatto cenno neanche con la moglie. La causa scatenante della decisione di farla finire forse nell'avviso di sfratto dal suo studio, che non avrebbe più permesso di tenere nascosta la mole di debiti che lo stavano schiacciando.