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Tre spari contro bus 336 dell’Atac. L’autista: “Non è un lavoro, è una guerra”

Tre proiettili sparati contro il parabrezza di un bus 336 in transito in via Radicofani a Fidene, alla periferia est di Roma. Illeso il conducente: “Lo spavento è stato forte. Molto probabilmente hanno sparato da qualche finestra o balcone, perché in strada non c’era nessuno”.
A cura di Valerio Renzi
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Erano circa le 7.00 della mattina di oggi, domenica 5 marzo, quando il conducente di un bus Atac, in servizio sulla linea 336, ha sentito tre forti colpi e poi il vetro del parabrezza anteriore incrinarsi. L'autista stava transitando lungo via Radicofani, nel quartiere di Fidene, quando il mezzo è stato colpito da tre colpi sparati da ignoti. All'inizio pensava si trattasse di petardi ma, una volta fermato il bus, si è reso conto che sulla parte anteriore del mezzo vi erano tre fori. Sul posto le forze dell'ordine e la scientifica, che hanno appurato come il mezzo sia stato colpito da dei proiettili a pallini, e stanno indagando per accertare l'identità dei responsabili.

L'autista: "Hanno sparato dai palazzi"

"Mi hanno sparato, sul parabrezza. Cinque colpi in tutto. Fortunatamente non hanno perforato del tutto il vetro e mi sono salvato. È stata una brutta avventura – ha spiegato l'autista Atac – Lo spavento è stato forte. Molto probabilmente hanno sparato da qualche finestra o balcone, perché in strada non c'era nessuno. Questo non è un lavoro, è una guerra".

Sindacati: "Basta, siamo pronti a bloccare tutto"

Dure le parole dei sindacato. "Non basta più la cabina chiusa, abbiamo fatto le denunce al prefetto – afferma Renzo Coppini, sgeretario del Sul Ct – Non esiste certezza della pena e le aggressioni ai nostri bus e treni sono continue. Vale la pena ricordare gli spari contro i vagoni del trenino Termini-Giardinetti e la continua sassaiola contro i mezzi che percorrono la Pontina nei pressi del campo nomadi. I nostri autisti rischiano la pelle per 1300 euro al mese e non sappiamo più come arginare la violenza. La prossima volta che accadranno fatti del genere, saremo costretti a bloccare l'intero servizio in base alla legge 146/90 che lo permette in caso di rischio di incolumità per i lavoratori".

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