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Tragedia a Cecchina: sgozza la figlia 18enne Yasmine, incendia casa e si toglie la vita

Tragedia a Cecchina, frazione di Albano Laziale in provincia di Roma. Saliha, 43 anni, ha ucciso sua figlia Yasmine, 18 anni, con una coltellata alla gola, poi ha dato fuoco al loro appartamento si è tolta la vita gettandosi dal quarto piano del palazzo. I servizi sociali: “Famiglia non aveva mai denunciato situazioni di disagio”.
A cura di Enrico Tata
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"Una famiglia che non aveva denunciato situazioni di disagio e che non aveva mai sentito il bisogno di rivolgersi ai Servizi Sociali", si legge in una nota diffusa dal comune di Albano Laziale, alle porte di Roma. Spetterà ora agli investigatori ricostruire il rapporto tra Yasmine, 18 anni, e sua madre Saliha, che questa mattina ha ucciso la figlia con una coltellata alla gola e poi si è tolta la vita. Per cercare di scavare a fondo nel rapporto familiare tra le due donne, le forze dell'ordine hanno sentito già oggi i compagni e i professori della studentessa, che frequentava il liceo scientifico Giovanni Vailati di Genzano di Roma. Qualcuno avrebbe ammesso, riporta l'Ansa, che tra madre e figlia ci fosse stata qualche incomprensione nell'ultimo periodo.

La ricostruzione della Tragedia

Ieri sera a Cecchina, frazione di Albano Laziale, i vigili del fuoco sono stati chiamati in via Francia per un incendio. In realtà lo scenario era ben più tragico: Saliha, 43enne marocchina, aveva appena ucciso la figlia, appiccato un incendio in casa, un appartamento al quarto piano, e poi si era arrampicata sulla tettoia dell'edificio e si era buttata giù. Per entrare in casa i pompieri hanno dovuto sfondare la porta, chiusa a chiave dall'interno, e hanno impiegato oltre un'ora per spegnere l'incendio. I vicini hanno riferito di aver sentito le due donne litigare e alcuni sono stati testimoni oculari del suicidio della madre. Yasmine è stata ritrovata già cadavere in casa, colpita a morte da una coltellata alla gola. I carabinieri del nucleo investigativo di Frascati e della compagnia di Castel Gandolfo stanno indagando sulla vicenda. E' escluso il coinvolgimento di altre persone e l'arma del delitto è sicuramente un coltello da cucina ritrovato in casa sporco di sangue.

"Queste vicende ci raccontano molto di più di una tragedia. Ci ricordano che non bisogna mai abbassare la guardia e che occorre continuare il grande lavoro di prevenzione e contrasto verso tutte le forme di disagio ed emarginazione che riguardano i membri più fragili della nostra comunità. I bisogni e le situazioni più critiche che richiedono l'intervento dei Servizi Sociali, possono essere intercettate soprattutto grazie al senso di comunità dei cittadini e alla possibilità che ciascuno di noi ha di contribuire ad evitare tragedie come questa, segnalando le difficoltà e il disagio. È quanto mai importante sensibilizzare i cittadini su questi temi e soprattutto far conoscere le iniziative che si stanno mettendo in atto sul territorio", spiega in una nota l'Avvocato Gabriele Sepio, Consigliere Comunale delegato allo studio delle Politiche Sociali e membro del Consiglio Nazionale del Terzo Settore.

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