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Torpignattara, la risposta della Pisacane al blitz razzista: “Più semo mejo stamo”

Dopo che ignoti hanno dato fuoco a uno striscione in arabo all’ingresso dell’istituto, diventato un modello di inclusione multiculturale nel quartiere più meticcio di Roma, la comunità scolastica ha deciso di rispondere con un altro striscione: “La scuola ci insegna che alla violenza non si risponde con la violenza, e quindi noi alle aggressioni di chi non ci conosce, ma ha paura di noi, rispondiamo come sappiamo fare meglio: con un sorriso”.
A cura di Valerio Renzi
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Ignoti hanno dato fuoco durante le vacanze di Natale a uno degli striscioni che adornano l'ingresso della scuola Carlo Pisacane a Torpignattara, simbolo di accoglienza e integrazione multiculturale, al centro di uno dei quartieri più meticci della capitale, con scritte in arabo, cinese, bengalese, italiano. Un gesto che arriva dopo mesi in cui la scuola, e in particolare quegli striscioni, era tornati nel mirino della propaganda politica. Su Facebook il consigliere Luca Airola (passato da Fdi alla Lega) ad esempio aveva scritto: "Vi pare normale che una scuola statale italiana venga avvolta da scritte in arabo con il benestare dei dirigenti scolastici?". Qualche anno fa, durante la sua campagna elettorale per le europee, il noto esponente della Lega Mario Borghezio era venuto proprio fuori la Pisacane a fare campagna elettorale sul pericolo "islamizzazione" e "invasione", venendo però allontanato a suon di sberleffi dalle mamme della scuola.

Anche oggi la comunità scolastica che anima l'istituto, diventato un modello educativo e di inclusione, non si perde d'animo, e risponde con uno striscione multilingue con un messaggio inequivocabile: "Più semo mejo stamo". In una nota lettera i genitori dell'istituto raccontano la loro esperienza e denunciano il gesto il cui movente è evidentemente da ricercare "nel clima di odio che si respira in maniera sempre più diffusa in questo paese", tanto che alle fine qualcuno da scrivere "dategli fuoco" sui social network è passato ai fatti:

Una scuola accogliente, aperta, internazionale, con alunne e alunni di oltre 20 paesi diversi, una scuola che da sette anni celebra la Giornata contro il razzismo e per i Diritti delle Persone Migranti e Rifugiate, e lo comunica, orgogliosamente, alle famiglie e al quartiere in più lingue: italiano, cinese, bengalese e arabo. Una scuola che è diventata, attraverso la sua didattica innovativa e le sue attività, il polo culturale del quartiere; solo pochi anni fa rischiava di chiudere, a fronte di un netto calo delle iscrizioni, dovuto agli effetti di una becera propaganda, e negli ultimi anni invece ha assistito a un’inversione di tendenza, con un’utenza – soprattutto italiana – in netta crescita, tanto da garantire l’apertura di una nuova sezione. Una scuola normale, che come tutte le scuole opera nel rispetto del dettato costituzionale, e pertanto educa alla cittadinanza secondo l'articolo 3:

"Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali."

Un scuola con tutti i problemi delle scuole pubbliche italiane: tagli al personale, manutenzione assente, spazi fatiscenti.

Eppure questa scuola, la Carlo Pisacane di Tor Pignattara, nel V municipio di Roma, a qualcuno fa paura. Non si tratta di mera diffidenza, ma proprio di disapprovazione e terrore generati dalla poca conoscenza e dall'ignoranza e alimentati dal clima di odio che si respira in maniera sempre più diffusa in questo paese. E dalle parole ai fatti il passo è breve: un “dategli fuoco” scritto ripetutamente e con veemenza diventa fiamme, che bruciano e lasciano segni. E così uno degli striscioni che invitano alla festa è stato bruciato.

Ma la scuola ci insegna che alla violenza non si risponde con la violenza, e quindi noi alle aggressioni di chi non ci conosce, ma ha paura di noi, di quello che questa scuola rappresenta con il suo esempio di convivenza e conoscenza pacifica e virtuosa, rispondiamo come sappiamo fare meglio: con un sorriso, quello delle bambine e dei bambini che avreste visto alzando lo sguardo un po' più in alto degli striscioni multilingua, e che dalle foto impresse sulle finestre della scuola saluta tutte le persone che passano su via dell'Acqua bullicante, ma proprio tutte, nessuna esclusa, perché secondo noi PIU' SEMO E MEJO STAMO, e se non lo capite da soli ve lo diciamo noi, in tante lingue.

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