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Tor Bella Monaca: il boss si faceva chiamare ‘O Principe, la festa ai domiciliari con un neomelodico

Vincenzo Nastasi era il capo indiscusso dell’organizzazione criminale dedita allo spaccio di cocaina colpita oggi a Tor Bella Monaca. Comandava il suo gruppo come il capo do un’impresa, licenziando o punendo i dipendenti, e si faceva chiamare ‘O Principe ispirandosi ai boss di Camorra. Nel 2017 ai domiciliari una festa piena di pregiudicati con un cantante neomelodico.
A cura di Valerio Renzi
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Studiava da capo Vincenzo Nastasi, e si ispirava in tutto e per tutto a un boss della Camorra, a cominciare dallo stile, il linguaggio e l'immaginario. Così si faceva chiamare ‘o Principe, e per il suo compleanno agli arresti domiciliari aveva organizzato una festa di compleanno con tanto di cantante neomelodico e una torta che rappresentava il suo regno: la piazza di spaccio di via dell'Archeologia, il ferro di cavallo dove si muovevano le sue vedette e i suoi pusher. La torta, un regalo della compagna per il suo ventisettesimo compleanno nell'agosto del 2017 con sopra tutti i simboli del potere criminale conquistato sulla strada: una pistola, i soldi e l'immancabile orologio Rolex. Alla festa anche gli amici e i sodali del gruppo criminale che aveva organizzato conquistandosi una fetta della piazza di spaccio più grande d'Europa. Le foto, tra canzoni neomelodiche e selfie con la torta.

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Il capo licenziava e sanzionava pusher e vedette dipendenti

Vincenzo, che voleva fare il Principe di Tor Bella Monaca, è stato raggiunto questa mattina da un provvedimento di custodia cautelare in carcere. Con lui sono state arrestate altre 19 persone, tutte accusate a vario titolo di detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti. Il giro di affari legato alla vendita di cocaina gestito da Nastasi si aggirava secondo gli inquirenti a circa 200.000 euro al mese. Un'organizzazione "piccola" per il narcotraffico, ma radicata sul territorio, agguerrita e molto bene organizzata. Strutturata come un'azienda della vendita al dettaglio della cocaina con turni e ruoli ben determinati, nonostante la giovane età il capo del gruppo aveva dimostrato di avere anche doti "manageriali" e organizzative notevoli: se i "dipendenti" si comportavano male venivano licenziati in tronco, se sbagliavano subivano decurtazioni di stipendio.

Dal Lotto L di via dell'Archeologia Vincenzo Nastasi sognava da boss

Anche il lotto che il gruppo aveva eletto a base operativa non era casuale: si tratta della scala “L” del civico 64 di via Dell’Archeologia, un punto "strategico ed ottimale per la proliferazione di tale illecita attività, in quanto affacciandosi direttamente sulla strada principale, è facilmente raggiungibile dagli acquirenti che, per raggiungere lo stabile, possono agevolmente parcheggiare le rispettive autovetture sulla pubblica via o nei numerosi parcheggi presenti nella parte antistante la palazzina popolare o avvalersi dei tanti autobus di linea che ivi transitano". E dalla sua postazione, dove agiva da padrone piazzando i suoi pusher direttamente gli androni di palazzi Nastasi ha tentato la sua scalata.

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