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Terremoto ad Amatrice: il ricordo delle vittime due anni dopo il sisma

Amatrice ricorda le vittime del terremoto del 24 agosto 2016. Sono passati due anni dal sisma che ha distrutto la città. La Diocesi ha organizzato una veglia di preghiera e una fiaccolata. Sono stati letti i nomi delle 249 persone morte sotto alle macerie. Dopo tre anni torna la Sagra degli spaghetti all’Amatriciana.
A cura di Alessia Rabbai
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Amatrice ricorda le vittime del terremoto del 24 agosto 2016. Sono passati due anni dal sisma che ha distrutto la città. Oggi l'Italia si stringe intorno alle famiglie degli abitanti che hanno perso i propri cari sotto alle macerie delle case durante la terribile notte, quando alle 3.36 la terra ha iniziato a tremare. Ad Amatrice e ad Arquata del Tronto, altra città colpita dal sisma, la Diocesi ha organizzato una veglia di preghiera e una fiaccolata intorno al Comune e al Parco Don Minozzi. Alle 3 centinaia di persone si sono riunite al Parco Don Minozzi, davanti al monumento alle vittime e sono stati letti ad alta voce i nomi delle 249 persone scomparse, poi, i rintocchi della campana. "Dobbiamo trasformare una tragedia enorme come quella di un terremoto in un'opportunità" ha detto il vescovo di Ascoli Piceno, Giovanni D'Ercole. Alle celebrazioni hanno partecipato centinaia di persone, strette nel silenzio e nel raccoglimento. Questa mattina alle ore 11 ci sarà la messa solenne dal Monsignor Pompili, al parcheggio ex scuola alberghiera. Una giornata di lutto cittadino: "Mi auguro che ognuno di noi possa vivere questa giornata particolare secondo la propria sensibilità e i propri sentimenti, nel rispetto di se stessi, degli altri e di chi non c'è più" dice il sindaco di Amatrice, Filippo Palombini.

La sagra degli spaghetti all'Amatriciana

Torna dopo oltre 3 anni la sagra degli spaghetti all'Amatriciana. Ciò avverrà in un’area della ‘Amatrice a tempo’ resa pedonale, all'interno di un calendario ricco di eventi, dimostrazioni, esposizioni e intrattenimento. La Sagra per 49 anni ha caratterizzato l'estate di Amatrice, con la degustazione della pasta e manifestazioni popolari, espositive e ludiche. "E' stata per molti di noi un punto fermo, un simbolo di identità, una giornata di vera festa e di amicizia. Ora che nulla potrà mai essere come prima e non possiamo tornare indietro, possiamo e dobbiamo solo guardare avanti – ha scritto su Facebook Palombini -E allora perché la Sagra? Perché non abbiamo paura; non importa se ci sono condizioni al limite, se fare la sagra oggi significa attraversare mille difficoltà, e risolvere una infinità di problemi che prima non avevamo. Pazienza se qualcosa non sarà perfetta, sarà comunque esperienza per fare meglio il prossimo anno.  Perché siamo cocciuti; siamo attaccati al nostro territorio e alla nostra storia, e guardiamo avanti. Il terremoto non si dimentica, ma si supera".

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