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Teatro dell’Opera, Ennio Morricone si schiera contro i licenziamenti

Ennio Morricone, autore di alcune tra le più famose colonne sonore del cinema mondiale, si schiera con i lavoratori del Teatro dell’Opera: “il licenziamento sarebbe un atto gravissimo, irreparabile, una ferita non solo alla musica e alla cultura tutta, ma anche ai valori del nostro vivere civile”.
A cura di Valerio Renzi
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Un altro nome di peso della cultura e della musica si schiera con i lavoratori del Teatro dell'Opera di Roma, verso il licenziamento collettivo per risanare i conti dell'ente. È Ennio Morricone, premio Oscar nel 2007, autore di indimenticabili motivi. "Desidero esprimere pubblicamente, da cittadino italiano e da musicista, la mia più ferma indignazione per quello che sta avvenendo in queste ore all'orchestra e al coro del Teatro dell'Opera di Roma", scrive Morricone, che poi aggiunge: "il licenziamento di una realtà artistica e musicale con un secolo di vita è un atto gravissimo, irreparabile, una ferita portata non solo alla musica e alla cultura tutta, ma anche ai valori fondanti del nostro vivere civile, valori che, proprio nel momento di una grave crisi economica come quella che stiamo vivendo, dovrebbero essere salvaguardati a tutela di un patrimonio che tutto il mondo ci invidia".

Per il direttore d'orchestra e compositore poi non è giusto che il prezzo di una malagestione le cui responsabilità sono tante e diverse, venga pagata sopratutto dai lavoratori: "di certo la gestione del Teatro può essere razionalizzata, modernizzata e quindi migliorata, ma non possono portarne il peso unilateralmente coloro che, dopo aver vinto severi concorsi internazionali, con l'impegno costante in orchestra e nel coro, e attraverso il faticoso e continuo studio a casa dello strumento e della vocalità, hanno fatto grandi questo coro e questa orchestra". Insomma per il più famoso compositore italiano vivente la soluzione per far quadrare i conti non si trova nel precarizzare ed esternalizzare il lavoro dei musicisti . A mancare all'appello sono investimenti e una strateghi culturale istituzionale. "Fermiamoci", è l'appello finale di Morricone: "dopo la chiusura di orchestre e cori Rai di Roma, Milano e Napoli: fermiamoci e non annunciamo con la chiusura anche dell'Opera di Roma, sarebbe un altro triste capitolo per la cultura e la convivenza civile in Italia".

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