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Strage di Latina: gli aggiornamenti

Strage Latina, Antonietta è definitivamente sveglia. E non sa che le figlie non ci sono più

La donna non è più sedata e risponde agli stimoli auditivi, ma non può ancora parlare per la fasciatura dovuta alla ricostruzione della mandibola. Venerdì i funerali delle due figlie di tredici e sette anni.
A cura di Giuseppe Cozzolino
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Alessia, Martina e la mamma Antonietta
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Antonietta Gargiulo si è svegliata: la donna, ferita dal marito Luigi Capasso che oltre ad aver aperto il fuoco contro di lei aveva sparato contro le figlie di tredici e sette anni uccidendole sul colpo, non è più sedata. Risponde agli stimoli auditivi, ma non può ancora parlare per l'intervento alla mandibola: e soprattutto, non saprebbe ancora nulla della sorte delle figlie.

La fasciatura al volto, dovuta all'intervento maxillo-facciale con il quale i medici le hanno di fatto ricostruito la mandibola, non le permette ancora di parlare. Adesso, con l'intervento ed il supporto di medici, psicologi e familiari, la donna verrà riportata alla realtà dei fatti. E soprattutto, capire cosa ricorderà della vicenda che l'ha vista, suo malgrado, protagonista. La donna si trova ancora all'ospedale San Camillo di Roma, dove resta comunque ricoverata nel reparto di terapia intensiva.

Sono stati fissati intanto per venerdì prossimo i funerali delle figlie Alessia e Martina: le esequie si terranno nella chiesa di San Valentino alle 11, non lontano dal residence di via Collina dei Pini. Praticamente impossibile che alla cerimonia possa partecipare anche la madre, visto che solo oggi ha riaperto gli occhi ma che non è ancora in grado di spostarsi: questo senza dimenticare che non sa ancora nulla della sorte delle proprie figlie. Pochi giorni fa erano saltati i funerali in chiesa per Luigi Capasso, padre delle bambine e marito di Antonietta Gargiulo, che dopo la strage si era suicidato dopo esseri barricato per ore nel loro appartamento. La sua salma, per volontà della famiglia, era stata poi benedetta nel cimitero di Poggioreale, nel napoletano.

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