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Stadio Roma, Luca Parnasi resta in carcere: la decisione del gip

Luca Parnasi, arrestato nell’ambito dell’inchiesta sullo stadio della Roma, resterà in carcere. Così ha deciso il gip Maria Paola Tomaselli, che ha respinto la richiesta di arresti domiciliari avanzata dai legali del costruttore. I pm avevano invece espresso parere favorevole alla scarcerazione di Parnasi.
A cura di Enrico Tata
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Resterà in carcere Luca Parnasi, l'imprenditore arrestato nell'ambito dell'inchiesta sullo stadio della Roma a Tor di Valle. Così ha deciso il gip Maria Paola Tomaselli, che ha respinto la richiesta di arresti domiciliari avanzata dai legali del costruttore. I pm avevano invece espresso parere favorevole alla scarcerazione di Parnasi, dopo un interrogatorio durato quasi undici ore in due giorni.

"Palozzi mi cha chiesto soldi con estrema insistenza"

Nel corso dell'interrogatorio fiume Parnasi ha cercato di ricostruire i suoi rapporti con Adriano Palozzi, consigliere regionale di Forza Italia, e con l'ex assessore regionale Michele Civita, entrambi arrestati. "Palozzi mi ha chiesto con estrema insistenza un aiuto economico. L'ho conosciuto in occasione della vicenda di Ecovillage (il centro commerciale che potrebbe essere costruito a Marino ndr.), in quanto era sindaco del Comune di Marino. Lo avevo sostenuto nella precedente campagna elettorale, almeno 6 anni addietro, erogando in suo favore se non ricordo male 10mila euro. Si trattava di un'erogazione regolare, con delibera e iscrizione in bilancio da parte di una società del gruppo", ha raccontato Parnasi.

"Cercavo di costruire un rapporto con i 5 Stelle"

Parnasi ha aggiunto che "nell'ultima campagna elettorale Palozzi mi chiamava continuamente chiedendomi un contributo ed abbiamo concordato il contratto con la Pixie, al fine di giustificare la dazione della somma di denaro. Non avevo bisogno di quel contratto ne' di quei servizi. Tuttavia, non volevo fare figurare il mio nome accanto a quello di Palozzi proprio perché stavo tentando di costruire un rapporto con i Cinque Stelle". Il denaro devoluto "aveva il solo scopo di evitare di avere problemi con lui che continuava a richiedermi dette somme. Quanto alle ragioni di tale erogazione, devo dire da un lato che essa e' intervenuta per evitare di avere un nemico, tale era la mia percezione delle cose, dall'altro era connessa alla sua funzione pubblica, nel senso che acquisivo la disponibilità della sua funzione ove essa si fosse resa necessaria per il perseguimento degli interessi miei e del mio gruppo".

"Mai dato soldi a Civita, mi ha chiesto un lavoro per il figlio"

In merito al rapporto con Michele Civita, Parnasi ha ammesso di conoscere l'ex assessore da circa venti anni. "È una persona che stimo molto. Ha sempre fatto gli interessi dell'amministrazione. La conferenza di servizi era già stata chiusa e già c'erano state le elezioni quando con estremo imbarazzo mi ha chiesto di trovare un lavoro per suo figlio. Gli ho fatto un favore mettendomi nei suoi panni come padre. Non ho mai sostenuto Civita con erogazione di denaro". Il costruttore romano avrebbe sostenuto Civita "solo con il voto, dato a lui anche da parte dei miei familiari. Politicamente la Regione, e di conseguenza Civita, erano favorevoli alla realizzazione dello stadio. Era il nostro punto di riferimento nella conferenza di servizi e a lui, sia che io che Caporilli e Baldissoni, ci rivolgevamo per la soluzione di eventuali problemi. Non sono in grado di dire se il suo atteggiamento di disponibilità fosse finalizzato ad avanzarmi in seguito la richiesta di assunzione del figlio. Per la conoscenza che ho di Civita credo che non sia cosi".

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