Stadio della Roma, il tesoriere Pd Bonifazi indagato per i soldi di Parnasi alla Fondazione Eyu
Nell'inchiesta nata dalla scoperta della rete corruttiva e di pressione messa in atto dal costruttore Luca Parnasi per la costruzione dello Stadio della Roma a Tor di Valle, è stato iscritto al registro degli indagati anche Francesco Bonifazi, tesoriere del Partito democratico e parlamentare, ma soprattutto presidente della Fondazione Eyu. A riportarlo è il Messaggero, secondo il quale il pm Barbara Zuin ha interrogato a lungo Parnasi mettendo nel mirino proprio tutti i rapporti con i democratici, i versamenti e i finanziamenti. Gli inquirenti hanno ricostruito diversi incontri tra Parnasi e Bonifazi che si sono svolti poco prima dell'ultima tornata elettorale e il suo nome torna spesso nelle intercettazioni di Parnasi, a testimoniare l'avvicinamento (o almeno il dialogo) tra i due. L'ipotesi che gli inquirenti vogliono verificare è se i soldi versati da Parnasi alla Fondazione Eyu, siano in realtà arrivati nelle casse del Partito democratico, rappresentando quindi una forma di finanziamento illecito. E non si parla di piccole somme ma di 250.000 euro complessivamente versati dal costruttore nelle casse di Eyu. Parnasi ha già chiarito ai magistrati di aver finanziato la campagna elettorale di singoli esponenti politici e di forze politiche sia di centrodestra (come la Lega) che di centrosinistra, e di averlo fatto legalmente e ricorrendo a vario tipo di escamotage.
In difesa di Bonifazi, che non ha mai negato al pari ad esempio di Matteo Salvini di conoscere Parnasi, è intervenuto questa mattina con una nota l'ufficio stampa del Partito democratico, precisando la natura dei finanziamento del costruttore alla Fondazione Eyu: "Il tesoriere nazionale del Pd Francesco Bonifazi, intende chiarire che, in riferimento al presunto finanziamento illecito al Pd o alla presunta falsità della fattura emessa nei confronti di una società di Parnasi, le ipotesi sono infondate. La Fondazione Eyu è giuridicamente, economicamente e nella sostanza, totalmente autonoma dal Partito. Le risorse che vengono raccolte con le diverse attività servono alla fondazione, per il pagamento dei suoi collaboratori, per il costo dei prodotti (in primis la rivista trimestrale) e per le tante iniziative che svolge (consultabili sul sito). La fattura in questione esiste ed è relativa ad uno studio consegnato al committente in data 2/5/2018, regolarmente contabilizzata con relativo contratto. La fattura ha un ammontare che corrisponde esattamente a quanto incassato dalla Fondazione per la cessione del citato studio. Su tale fattura è stata versata regolarmente l’Iva e corrisposte tutte le imposte dirette". "Le risorse raccolte dalla Fondazione attraverso lo svolgimento delle sue attività – prosegue la nota – non sono mai state trasferite al Partito, come si può facilmente verificare sia nei bilanci del Pd, sia in quelli della Fondazione (depositati presso gli uffici di Montecitorio e consultabili on line), sia ancora nel rendiconto elettorale depositato presso la Corte dei Conti, sia infine nei conti correnti del Pd e della Fondazione. Come tutte le altre entrate, anche quelle relative alla fattura in oggetto sono servite alla vita e al funzionamento della Fondazione".