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Sparatoria a Ciampino, così Cristian ha ucciso Alessandro: “Nessun raptus, omicidio premeditato”

Erano le 18 di ieri quando Cristian Gusmano, guardia giurata di 36 anni, è andato a casa del suo amico Alessandro Borrelli. In macchina con lui, Stefano Imperiale, che forse non sapeva che di lì a poco sarebbe stato colpito da ben cinque proiettili. S’indaga sul movente, ancora sconosciuto. Il delitto però, non sembra figlio di un raptus, quanto piuttosto di un gesto premeditato.
A cura di Natascia Grbic
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Erano tutti amici. L'omicida, Cristian Gusmano, guardia giurata di 36 anni. La vittima, Alessandro Borrelli, ingegnere informatico di 35. E il ferito grave, Stefano Imperiale, che si trova ora ricoverato in ospedale in prognosi riservata, dove lotta tra la vita e la morte. Tre colpi per Borrelli, ucciso praticamente sul colpo, cinque per Imperiale, ancora vivo all'arrivo dei carabinieri. Secondo chi indaga, Gusmano non sarebbe stato colto da un raptus, ma sarebbe giunto a Ciampino con il preciso intento di uccidere quelli che erano due dei suoi migliori amici. L'omicidio sarebbe stato quindi premeditato, anche se si indaga sul movente che ha portato la guardia giurata a premere il grilletto.

Ignoto il movente dell'omicidio

Sono molti ancora gli aspetti da chiarire in questo caso: perché Gusmano ha voluto uccidere i suoi amici? Fermato ieri dai carabinieri della compagnia di Castel Gandolfo nel suo appartamento alla Romanina, non ha fornito nessun elemento utile a chiarire le indagini. Ora si trova in carcere, l'arresto è stato formalizzato poche ore dopo la sparatoria. I militari indagano a 360 gradi, ogni ipotesi è al vaglio degli inquirenti: la pista più lontana sembra essere quella legata alla criminalità e ai giri di droga della capitale. Tutti incensurati, erano inseriti in ben altri contesti: Gusmano lavorava come guardia giurata, Borrelli era un ingegnere informatico affermato e conosciuto nel suo ambiente. Tra le piste non escluse, quella del movente ‘passionale'.

L'assassinio di Borrelli e il tentato omicidio di Imperiale

Gusmano, Imperiale e Borrelli erano molto amici, e insieme erano partiti diverse volte. Un dettaglio che rende l'omicidio ancora più incomprensibile. Ciò che finora è noto è che Imperiale è giunto a casa di Borrelli insieme all'omicida, forse ignorando cosa stava per accadere. Quando il 34enne ha aperto la porta, ha firmato la sua condanna a morte: Gusmano gli ha sparato, un proiettile lo ha colpito alla gola. Cinque colpi sono stati sparati a Imperiale, crollato a terra ma ancora vivo. Poi, il 36enne è scappato. La sua fuga non è durata a lungo, i carabinieri lo hanno raggiunto poco dopo nella sua abitazione e lo hanno arrestato. Perché abbia ucciso i suoi amici, resta ancora un mistero.

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