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Soldi per violentare la figlia disabile davanti a una telecamera: chiesti 16 anni per il papà

L’accusa ha chiesto una condanna a 16 anni per il papà orco di Monteverde, accusato di aver pagato poche decine di euro degli sconosciuti per fare sesso con la figlia di 15 anni affetta da una grave disabilità, riprendendo gli incontri. “Volevo solo aiutarla”, si è giustificato l’uomo, denunciato da un giovane nigeriano che invece di accettare si è rivolto alle forze dell’ordine.
A cura di Redazione Roma
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Una storia terribile quella venuta alla luce lo scorso settembre a Monteverde. Qui il papà di una ragazzina disabile avrebbe offerto soldi a ragazzi sconosciuti e assoldati per strada, per fare sesso con la figlia davanti a una telecamere. Ora l'uomo, insospettabile padre di famiglia di tre figli, rischia fino a 16 anni di carcere. La vicenda è venuta alla luce dopo che un giovane nigeriano ha denunciato alle forze dell'ordine di essere stato avvicinato da uno sconosciuto, che gli aveva offerto qualche decina di euro per fare sesso con la figlia, una minorenne affetta da una grave forma di disabilità fisica e mentale, che la costringe su una sedia a rotelle e non le permette neanche di parlare. I due fissano un appuntamento, ma all'incontro si presentano i poliziotti che in casa trovano i filmati di quei rapporti forzati tra la ragazzina e diversi giovani assoldati dal padre per 20 euro Il ragazzo per il suo coraggio riceverà un permesso di soggiorno per motivi umanitari. Individuati invece due dei ragazzi africani coinvolti nelle violenze, che ora devono rispondere dell'accusa di violenza sessuale, ma sarebbero in tutto sei gli uomini che hanno abusato della ragazza, in almeno un'occasione anche in gruppo.

"Avrò sbagliato ma volevo solo aiutare mia figlia. Pensavo che se avesse avuto intimità sarebbe stata meno soggetta a crisi", si è giustificato l'uomo davanti ai giudici. Mentre per aver filmato quegli uomini che violentavano la figlia ha sostenuto di averlo fatto per "paura di essere ricattato" "Non ho mai toccato mia figlia e non ho mai fatto circolare i video", è stata la sua ulteriore giustificazione. Ma per l'accusa, rappresentata dal pm Elena Neri, non ci sarebbero dubbi sulla crudeltà dei gesti compiuti dall'uomo e sulla sua consapevolezza (è stato dichiarato in grado di intendere e di volere), chiedendo così una condanna a 16 anni di carcere per violenza sessuale su minore e produzione di materiale pedopornografico.

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