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Sgomberi “soft”: una nuova casa per gli occupanti di Carlo Felice. Regione e Comune a lavoro

Continua a scottare il dossier sgomberi a Roma. Regione Lazio e Roma Capitale sono a lavoro per trovare una soluzione alle trenta famiglia che occupano lo stabile Bankitalia in via Carlo Felice. La volontà è di arrivare a uno sgombero “soft”, invertendo la rotta di interventi senza soluzioni alternative per chi si trova in una condizione di emergenza abitativa: la spunta (per ora) l’ala “sinistra” della giunta Raggi.
A cura di Valerio Renzi
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Roma Capitale e la Regione Lazio sono a lavoro su trovare una sistemazione alle trenta famiglie che si trovano nel palazzo occupato di via Carlo Felice, a San Giovanni, in cima alle lista degli immobili da sgomberare assieme all'insediamento di via Raffaele Costi. La volontà dell'amministrazione comunale sarebbe quella di arrivare a uno sgombero soft, per evitare nuove tensioni sociali in città, presidi permanenti e manifestazioni. Mano tesa da parte della Pisana, che da quasi un anno rimprovera al Campidoglio di aver bloccato i fondi per l'emergenza abitativa messi a disposizione dalla Regione Lazio, per la scelta tutta politica di non volerli utilizzare per sanare la situazione di chi vive in uno stabile occupato.

Per oggi pomeriggio è atteso il nuovo incontro del Tavolo per l'ordine pubblico e la sicurezza in prefettura. Qui si farà il punto sulle prossime mosse, dopo la circolare firmata dal ministro degli Interni Matteo Salvini che indica un giro di vite contro le occupazioniun giro di vite contro le occupazioni. In cerca di una soluzione condivisa sono l’assessore regionale alle Politiche Abitative e Urbanistica, Massimiliano Valeriani, e gli assessori capitolini all'urbanistica Luca Montuori, al Patrimonio e alle Politiche abitative Rosalba Castiglione e alle politiche sociali Laura Baldassarre. Da quanto si apprende Bankitalia ha già messo a disposizione degli immobili di sua proprietà, al resto dovrebbe pensare la Regione Lazio.

Oggi sul quotidiano la Repubblica Laura Baldassarre ha confermato la volontà di cercare una soluzione per le famiglie, e di inaugurare una nuova stagione in relazione alle occupazioni, ammettendo implicitamente che di errori in passato ne sono stati fatti, ad esempio con la gestione dello sgombero dei rifugiati eritrei da piazza Indipendenza. L'assessora al Sociale insomma non vuole sentire parlare di accelerazione per ordine del ministero degli Interni: "Lavoriamo da mesi e mesi a questa emergenza con la prefettura, ognuno per la propria parte. Noi dobbiamo occuparci dei censimenti e delle fragilità, con l’aiuto dei municipi, evitando che si ripetano le criticità dello sgombero di via Curtatone. Ci siamo preparati per tempo". Parla di "una terza via" Baldassarre, tra l'illegalità e la rigida applicazione della legge, "gli interessi dei privati, proprietari dei palazzi occupati, e i diritti umani di chi li abita vanno entrambi tutelati". Ma lo spazio per seguirla sembra stretta, soprattutto perché una parte della maggioranza (e la stessa sindaca Raggi) sarebbe invece pronta a sostenere la tolleranza zero indicata da Salvini.

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