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Sessanta famiglie rispondono all’appello del I Municipio: “Accogliamoli a casa nostra”

Oggi il primo incontro tra famiglie e associazioni, che accompagneranno passo passo il percorso di accoglienza e solidarietà. Una risposta concreta anche al Decreto Salvini, per effetto del quale saranno costretti a uscire dal circuito dell’accoglienza decine di migliaia di persone, tra cui i titolari di protezione umanitaria.
A cura di Valerio Renzi
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Oggi pomeriggio si è tenuto il primo incontro tra i singoli cittadini e le famiglie che hanno risposto all'appello "Accogliamoli a casa nostra" promosso dal I Municipio, per ribaltare all'insegna della solidarietà lo slogan "aiutiamoli a casa loro", ma anche quel "portateli a casa tua" tanto in voga quando si parla di migranti e diritti. Chi ha messo a disposizione una stanza o una casa e la propria ospitalità, ha potuto porre tutti i propri dubbi e domande a Caritas, Comunità di Sant'Egidio, Consiglio italiano per i rifugiati e Refugees Welcome, le associazioni promotrici dell'iniziativa. All'incontro, tenutosi nella sede del Municipio, era presente anche la minisindaca Sabrina Alfonsi: "Quando siamo partiti a fine gennaio, molti hanno pensato fosse una campagna che sarebbe caduta nel vuoto. Poter conoscere oggi queste persone, guardarle negli occhi, poterle ringraziare di persona è stato per me un grande privilegio. La campagna va avanti perché stiamo ricevendo sempre nuove disponibilità".

Le associazioni seguiranno passo passo i cittadini durante il periodo di accoglienza, che potrà durare fino a sei mesi, preoccupandosi di far incontrare le disponibilità con i bisogni mappati nei servizi che quotidianamente offrono per assistere rifugiati e richiedenti asilo in una situazione di difficoltà. Uomini, donne e famiglie che, usciti magari dal circuito dell'accoglienza, hanno bisogno ancora di essere sostenuti nel loro percorso di autonomia e integrazione per un periodo successivo. Inoltre chi dovrà lasciare il circuito dell'accoglienza per effetto del Decreto Salvini, come i titolari di protezione umanitaria, potrà così trovare un sostegno. "Per chi avesse intenzione di aderire o volesse solo ricevere informazioni la mail di riferimento è aiutiamoliacasanostra@gmail.com", aggiunge la Alfonsi.

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