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Delitto di Arce, omicidio di Serena Mollicone

Serena Mollicone, ammesse a processo parole del brigadiere Tuzi: “Entrò in caserma e non uscì più”

Il brigadiere Santino Tuzi rivelò di averla vista entrare in caserma, ma di non averla vista mai uscire. Sette anni dopo, l’11 aprile del 2008, si tolse la vita. Le indagini ufficiali puntarono su dissidi d’amore con una presunta amante, mentre i familiari di Tuzi ricollegarono immediatamente la morte del brigadiere al caso di Serena Mollicone.
A cura di Enrico Tata
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Serena Mollicone
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"Ho visto Serena Mollicone entrare in caserma alle 11 del mattino dell'1 giugno 2001 e fino a quando sono rimasto in servizio, erano le 14:30, non l’ho vista uscire". Serena scomparve nel nulla e poi fu ritrovata morta nei boschi di Arce, provincia di Frosinone. Aveva mani e testa legate da fascette di plastica e una busta stretta intorno al collo.  Il brigadiere Santino Tuzi rivelò di averla vista entrare in caserma, ma di non averla vista mai uscire. Sette anni dopo, l'11 aprile del 2008, si tolse la vita. Le indagini ufficiali puntarono su dissidi d'amore con una presunta amante, mentre i familiari di Tuzi ricollegarono immediatamente la morte del brigadiere al caso di Serena Mollicone.

La testimonianza del brigadiere Tuzi ammessa come prova a processo

La testimonianza del brigadiere scomparso è stata ammessa come prova nel processo a carico dei membri della famiglia Mottola, ritenuti dagli inquirenti responsabili della morte di Serena. L'ex comandante della stazione dei carabinieri, Franco Mottola, la moglie Anna e il figlio Marco dovranno rispondere all'accusa di concorso in omicidio e ieri il pm ha chiesto per loro il rinvio a giudizio. Sempre ieri il gip ha respinto la richiesta dei legali dei Mottola di non accettare la testimonianza di Tuzi come prova. Il maresciallo Vincenzo Quatrale è accusato anche di istigazione al suicidio di Santino Tuzi. Il caso Mollicone fu riaperto nel 2016 dai pm della procura di Cassino.

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