Sentenza Mafia Capitale: le condanne e le assoluzioni. Rimangono in carcere solo in cinque
Ieri nell'aula bunker di Rebibbia i giudici della X Sezione della Corte Penale di Roma hanno dato lettura, dopo 230 udienze, del giudizio di primo grado del processo a Mafia Capitale. I giudici hanno riconosciuto l'esistenza di due distinte associazioni a delinquere, comminato pene alte ma hanno respinto l'ipotesi più importante della procura di Roma: l'esistenza di una vera e propria associazione a delinquere di stampo mafioso, con ai vertici Salvatore Buzzi e Massimo Carminati. Un'organizzazione descritta "originale e originaria", con caratteristiche proprie e peculiari rispetto al contesto territoriale e gli interessi criminali, ma non di meno mafiosa: un'ipotesi che non ha convinto i giudici e provocato l'abbassamento di molte delle richieste di condanna.
Sentenza Mafia Capitale: gli assolti
In tutto 315 gli anni di carcere richiesti per i 46 imputati dall'accusa. I giudici ne hanno infine comminati 287 4 mesi. Tra tutti i nomi coinvolti tra politici, pregiudicati, imprenditori e manager pubblici solo cinque sono stati assolti . Si tratta di Giovanni Fiscon, Rocco Rotolo, Salvatore Ruggiero, Giuseppe Moiani e Fabio Stefoni. Tra questi il nome più pesante quello di Fiscon, ex ad di Ama.
Sentenza Mafia Capitale: le condanne
Massimo Carminati (20 anni); Salvatore Buzzi (19 anni); Alessandra Garrone (13 anni e mezzo): Paolo Di Ninno (12 anni); Fabrizio Franco Testa (12 anni); Luca Gramazio (11 anni); Riccardo Brugia (11 anni); Franco Panzironi (10 anni); Claudio Caldarelli (10 anni); Matteo Calvio (9 anni); Claudio Turella (9 anni); Roberto Lacopo (8 anni); Pier Paolo Pedetti (7 anni); Sandro Coltellacci (7 anni); Giovanni Lacopo (6 anni); Guido Magrini (5 anni); Sergio Menichelli (5 anni); Michele Nacamulli (5 anni); Agostino Gaglianone (6 anni e mezzo); Mirko Coratti (6 anni); Claudio Bolla (6 anni); Emanuela Bugitti (6 anni); Carlo Pucci (6 anni); Giovanni Lacopo (6 anni); Mario Schina (5 anni e mezzo); Angelo Scozzafava (5 anni); Andrea Tassone (5 anni); Guido Magrini (5 anni); Sergio Menichelli (5 ann;i) Michele Nacamulli (5 anni); Antonio Esposito (5 anni);
Franco Figurelli (5 anni); Marco Placidi (5 anni); Mario Cola (5 anni); Nadia Cerrito (5 anni); Carlo Maria Guarany (5 anni)
Cristiano Guarnera (4 anni); Giuseppe Ietto (4 anni); Stefano Bravo (4 anni e 6 mesi); Tiziano Zuccolo (3 anni e mezzo); Giordano Tredicine (3 anni); Pierina Chiaravalle (2 anni e 8 mesi); Giovanni De Carlo (2 anni e mezzo); D. P. (1 anno).
Mafia Capitale: solo in cinque rimangono in carcere
Emessa la sentenza subito dopo i giudici hanno disposto la scarcerazione di molti degli imputati, in virtù anche del lungo periodo di carcerazione preventiva. Esce l'ex ad di Ama Franco Panzironi, ai domiciliari l'esponente di centrodestra Luca Gramazio. Niente più obbligo di firma o domiciliari per Claudio Bolla, Stefano Bravo, Emanuele Bugitti, Claudio Caldarelli, Sandro Coltellacci, Paolo Di Ninno, Agostino Gaglianone, Carlo Maria Guarany, Cristiano Guarnera, Giuseppe Ietto, Roberto Lacopo, Michele Nacamulli, Luca Odevaine, Mario Schina, Pierpaolo Pedetti e Carlo Pucci.
In carcere rimangono solo Massimo Carminati e Salvatore Buzzi, oltre a Riccardo Brugia, Fabrizio Franco Testa e Matteo Calvio, i tre più stretti ‘collaboratori0 del Cecato, tutti con precedenti. Con un'ordinanza, il giudice Rosanna Ianniello ha liberato anche chi era sottoposto ai domiciliari e all'obblico di firma. Misure revocate per Claudio Bolla, Stefano Bravo, Emanuele Bugitti, Claudio Caldarelli, Sandro Coltellacci, Paolo Di Ninno, Agostino Gaglianone, Carlo Maria Guarany, Cristiano Guarnera, Giuseppe Ietto, Roberto Lacopo, Michele Nacamulli. Ed ancora Franco Panzironi, Luca Odevaine e il suo collaboratore Mario Schina, Pierpaolo Pedetti e Carlo Pucci.