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Se a riempire le buche di Roma non ci pensa l’Esercito arrivano i detenuti di Rebibbia

La prima uscita dei trenta detenuti coinvolti nel progetto “Mi riscatto per Roma” che parteciperanno, dopo aver avuto un’adeguata formazione, ai lavori di manutenzione stradale in diverse zone periferiche della città. “A Roma solo le caditoie sono 800 mila, quindi oltre agli appalti in corso aiuta avere un supporto come questo”, ha spiegato Virginia Raggi.
A cura di Valerio Renzi
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Questa mattina, in via Mario Lizzani nel quartiere di Torre Spaccata alla periferia est della capitale, trenta detenuti del carcere di Rebibbia hanno inaugurato il progetto "Mi riscatto per Roma", che li vedrà impegnati nella manutenzione stradale come lavoro di pubblica utilità. La prima uscita, di venticinque previste, è avvenuta alla presenza della sindaca di Roma Virginia Raggi e Francesco Basentini, Capo del Dipartimento dell'Amministrazione penitenziaria. Dopo da Torre Spaccata si passerà a Corviale, Quartaccio e Aurelio. I detenuti coinvolti sono stati formati da Autostrade per l'Italia, tramite un apposito corso durato tre mesi, al termine del quale hanno ricevuto un attestato professionale come "asfaltatori e manutentori di strade". Così, tramontato il progetto di mettere a lavoro i militari, e in attesa di risorse straordinarie per le strade di Roma, intanto ci pensano i detenuti a dare una mano.

"Non è solo una sfida ma anche un giusto investimento che bisogna fare per migliorare le loro condizioni di vita e fare quel famoso reinserimento sociale che finora è rimasta una missione un po' incompiuta. – spiega Bisentini – Questi detenuti da mandare in strada sono stati profilati e scelti in base ad una classificazione degli indici di pericolosità e a un residuo di pena bassi". "Le squadre stanno lavorando molto bene – ha dichiarato  Francesco Delzio, direttore affari istituzionali di Autostrade per l'Italia Spa -. Si tratta di un'iniziativa dall'alto valore simbolico ma anche con una ricaduta positiva per la città. È un piccolo contributo operativo per una città molto grande e critica nei suo problemi. Ma è un segnale che crea cemento sociale e dunque è un'operazione di cui siamo molto orgogliosi".

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