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Scacco alla mafia dei Di Silvio: la rabbia delle donne del clan che si oppongono ai sequestri

Venticinque persone sono state arrestate questa mattina al termine di un’operazione contro il clan di sinti italiani dei Di Silvio che era arrivato a controllare in interi quartieri di Latina. Per gli inquirenti siamo di fronte a un’organizzazione mafiosa autoctona e originale: per sette degli arrestati contestata l’aggravante di associazione mafiosa. In tutto sette le donne arrestate, tra cui la moglie del boss Armando Di Silvio che avrebbe svolto un ruolo di primo piano nell’organizzazione. Proprio le donne del clan questa mattina hanno opposto resistenza all’esecuzione di sequestro dei beni.
A cura di Valerio Renzi
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Una mafia originale si è sviluppata a Latina, quella del clan di sinti italiani dei Di Silvio. Questa è l'ipotesi investigativa che ha portato questa mattina all'arresto di 25 persone. A sette di loro è contestato l'articolo 416 bis, ovvero l'aggravante di associazione mafiosa. Tra gli arrestati anche sette donne, una delle quali avrebbe avuto una posizione di primo piano all'interno del clan. Si tratta di Sabina Di Silvio, moglie del boss Armando riconosciuto dagli investigatori come il capo indiscusso dell'organizzazione. Proprio le donne della famiglia questa mattina hanno opposto resistenza, tra urla e insulti e alle forze dell'ordine, all'esecuzione dei provvedimenti di sequestro preventivo di beni riconducibili agli indagati.

Le indagini, portate avanti dalla Squadra Mobile della Questura di Latina con il coordinamento della Direzione Distrettuale Antimafia, hanno ricostruito come i Di Silvio dal 2010 avevano costruito la loro egemonia con violenza e omicidi ai danni di altri gruppi criminali, fino a prendere in ostaggio interi quartieri del capoluogo pontino. Solo il nome del clan "era capace da solo di terrorizzare il tessuto sociale ed economico ma anche gli altri gruppi criminali non rom, che a volte si sono persino
visti sottrarre partite di droga senza possibilità di reagire". I Di Silvio sarebbero stati dediti all'estorsione, lo spaccio di stupefacenti, ma avrebbero dato indicazioni di voto in cambio di denaro, oltre che riciclato il denaro delle attività illegali in diverse attività economiche.

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