“Sbagliato parlare di mafia qui a Roma”, parola del magistrato Salvatore Nottola
"Secondo me, quando si parla di mafia a Roma, si fa un errore. C'è un'improprietà di linguaggio. La mafia è tutt'altro". Parola di Salvatore Nottola, procuratore generale della Corte dei conti, intervenuto durante una giornata dedicata alla legalità e alla lotta alla corruzione nell'istituto Giovanni XXIII nel quartiere romano di Tor Sapienza. Nottola ha così puntualizzato il suo pensiero, riportato dal quotidiano la Repubblica: "Sarebbe pericoloso definire qualunque cosa mafia, si toglie il significato, la potenzialità pericolosa al fenomeno mafioso vero e proprio, che poggia su altre basi. Quella siciliana sul collegamento fra le persone, sulla gerarchia, sulla consuetudine antica. La ‘ndrangheta, invece, si costruisce sull'alleanza delle famiglie e così via. La mafia romana è un'altra cosa. È una combriccola di delinquenti di matrice a volte politica, a volte semplicemente delinquenziale".
Eppure solo qualche giorno fa era arrivata una sentenza storica contro il clan Fasciani operante nella zona di Ostia, dove i giudici hanno riconosciuto l'aggravante del 416 bis comminando 200 anni di carcere per 14 persone. E se anche in passato il prefetto di Roma Giuseppe Pecoraro aveva detto che la mafia a Roma non è di casa, sono anni che le associazioni antimafia e la società civile denuncia come le mafie a Roma esistono eccome, e non si limitano a riciclare i soldi o a far arrivare la droga: controllano porzioni di territorio, fanno sentire il loro peso anche nell'economia legale, corrompono e stringono rapporti con la politica.
Per Nottola ‘mafia capitale' non è mafia
Una tesi quella di Nottola in profondo disaccordo anche con l'impianto dell'operazione ‘Mondo di mezzo' che ha portato alla scoperta del sistema di Mafia Capitale. Anche in questo caso per Carminati e soci le accuse comprendono l'aggravante di associazione mafiosa. Ma per Nottola non si tratta di mafia come precisa parlando proprio di Mafia Capitale: "Che poi ci siano dei collegamenti e delle alleanze episodiche tra questi fenomeni e personaggi mafiosi, è un altro discorso. Sono fatti accidentali, sono complicità. Ma la natura di questo fenomeno romano è ben altra, quindi si può distruggere molto più facilmente".