Sara Di Pietrantonio, parla l’ex fidanzato che l’ha bruciata viva: “Accecato da gelosia”
Vincenzo Paduano, 27 anni, vigilantes privato, a sei mesi dall'omicidio dell'ex ragazza Sara Di Pietrantonio, confessa in maniera piena quanto accaduto quella maledetta notte del 29 maggio scorso. Subito dopo l'arresto Vincenzo aveva reso una confessione piena di omissioni, per poi scegliere la strada del silenzio di fronte agli inquirenti. Poi ieri si è aperto come una diga di fronte al sostituto procuratore Gabriella Fazi, accompagnato dai due legali della difesa.
Paduano si è assunto tutte le responsabilità, confermando la ricostruzione degli inquirenti dell'omicidio della 22enne. Una vita spezzata in maniera brutale quella di Sara Di Pietrantonio: pedinata, tramortita, strangolata e poi data alle fiamme su via della Magliana. Un femminicidio che ha scosso le coscienze di tutto il paese, riportando sotto i riflettori il tema della conta quotidiana delle donne uccise per mano maschile, e del quotidiano stillicidio di minacce, vessazioni e violenze.
Spiega che a Sara voleva bene Vincenzo, descritto come un fidanzata possessivo e geloso. "Non avrei mai voluto ucciderla – spiega al giudice – Ma l'ho fatto". "Ero accecato dall'idea di averla persa per sempre – spiega Paduano nelle parole riportate da il Messaggero – E allora l'ho seguita, lei mi ha respinto un'altra volta. Senza rendermene conto le ho fatto male. Ero come impazzito. Poi ho preso quel flacone con l'alcol. Dopodichéi sono scappato, sono tornato a lavoro per non destare sospetti. Lei era la mia vita".
Un omicidio nato sull'onda di un sentimento violento e incontrollabile? Una versione ben diversa dalla ricostruzione dell'accusa, che ha dimostrato come Vincenzo pedinasse Sara. Che la continuasse a cercare con continui blitz nei luoghi che frequentava e a casa sua, per non parlare delle centinaia di chiamate ed sms. Vincenzo sapeva che la 22enne si trovava a casa del nuovo ragazzo che aveva appena cominciato a frequentare, di nascosto, per paura. Così l'ha aspettata nel tragitto che sapeva avrebbe utilizzato per tornare a casa e qui l'ha bloccata e aggredita e data alla fiamme, con l'alibi di trovarsi sul luogo di lavoro, tradito dal gps dell'auto e da una telecamera di videosorveglianza.
Paduano è accusato di omicidio premeditato aggravato dalla crudeltà, stalking, incendio e distruzione di cadavere. Una lista di capi d'imputazione che potrebbe portare all'ergastolo, sostenuta da 17.000 pagine di perizie e raccolta di prove.