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San Lorenzo, comitati e cittadini: “No ad un nuovo centro commerciale”

Abitanti, commercianti e comitati di San Lorenzo sul piede di guerra contro la demolizione della ex Dogana, che nei progetti di un consorzio di società immobiliari, dovrebbe far posto ad un centro commerciale e a un complesso di residenze di lusso.
A cura di Valerio Renzi
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Sono sul piede di guerra cittadini, commercianti e comitati dello storico quartiere romano di San Lorenzo, che non vogliono un nuovo centro commerciale nel rione, al posto della ex Dogana in via dello Scalo di San Lorenzo. Così la "Libera Repubblica di San Lorenzo",  coordinamento che raccoglie diverse realtà del quartiere, ha lanciato una petizione on line e annuncia battaglia per le prossime settimane. "Chiediamo che venga bloccato il progetto di demolizione della ex Dogana di Roma per la costruzione dell'ennesimo centro commerciale e di residenze di lusso", scrivono nella petizione i cittadini per i quali "una tale operazione rischia di compromettere definitivamente i già precari equilibri economici e sociali di quartieri storici e popolari quali San Lorenzo, Pigneto e Casal Bertone, già spremuti da dinamiche speculative che li stanno rendendo invivibili. Quartieri che un tempo erano fulcro di attività artigianali e produttive, lavoro, relazioni".

Prima la street-art poi la demolizione

Fino al prossimo 22 novembre negli spazi della ex Dogana si terrà una mostra dal titolo "Out Door Festival": a quindici artisti di street art provenienti da sei paesi diversi, è stato chiesto di confrontarsi con gli incredibili spazi messi a disposizione dalla proprietà dell'immobile per lasciare il loro segno in uno degli esempi di archeologia industriale più significativi della città. Peccato che dopo la chiusura della mostra gli spazi in questione non saranno semplicemente demoliti.

"La ex Dogana di San Lorenzo, meraviglioso esemplare di architettura industriale dei primi del ‘900, censita nella Carta della Qualità, rischia la demolizione per far posto ad un mega centro commerciale". Spiegano i cittadini nella loro petizione, che denuncia come l'area di 23 mila metri quadrati sia stata venduta ad un prezzo inferiore di quello di mercato ad alcune società immobiliari come Pirelli Re, Fingen e il Gruppo Maire. Una vendita che doveva garantirela “valorizzazione” e la “rigenerazione” dello spazio. "Ma se la demoliscono per farci appartamenti di lusso e un centro commerciale in che modo l'area viene rigenerata?"

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