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Salvini vuole essere il salvatore dei romani, e lunedì arriva nella Capitale

Dopo la manifestazione di piazza del Popolo il leader della Lega Matteo Salvini torna nella Capitale, questa volta per una conferenza organizzativa al Teatro Brancaccio all’Esquilino con i movimenti che lo sostengono. Obiettivo? Conquistare il Campidoglio, magari con l’aiuto di Giorgia Meloni.
A cura di Valerio Renzi
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Dopo la manifestazione di piazza del Popolo (che non era proprio piena), il leader della Lega Matteo Salvini torna nella Capitale, questa volta per una conferenza organizzativa al Teatro Brancaccio all'Esquilino con i movimenti che lo sostengono. Da una parte sul palco con il leader del Carroccio ci saranno la lista civica che porta il suo nome, ‘Noi Con Salvini', che interverrà con il vicepresidente e leghista di ferro Raffaele Volpi, dall'altra il portavoce di Sovranità e vicepresidente di Casa Pound Italia Simone Di Stefano.

Sul palco rappresentata la doppia strategia di Salvini e della sua Lega per conquistare Roma. Da una parte la Lega soffia con l'estrema destra sul malcontento delle periferie, organizzando ogni volta sia possibile fiaccolate e proteste contro centri d'accoglienza e campi rom, dall'altra recupera consiglieri comunali e municipali che, nel caos del centrodestra che si ripercuote anche sui territori, cercano nuovi approdi. Capofila dei Salviners romani in doppio petto è Marco Pomarici, nato in Forza Italia e poi trasmigrato nell'Ncd di Angelino Alfano, lo scorso ottobre annuncia il passaggio con la lista civica collegata al leader leghista. Qualche giorno prima ad essere folgorato sulla via di Salvini Silvano Moffa, ex An ed ex presidente della Provincia di Roma. A seguire Pomarici una ricca pattuglia di consiglieri municipali: Luca Aubert e Simona Baldassarre – Consiglieri del Municipio Roma I – Centro Storico, Daniele Giannini, Raimondo Fabbri e Maria Gemma Di Trocchio – Consiglieri del XIII Municipio Roma Aurelio. A loro si è poi aggiunto Andrea Beccarelli, consigliere in VIII municipio, la rossa Garbatella.

Salvini ha detto più di una volta che vuole salvare i romani dall'immigrazione e dal sindaco "più incapace della storia". Per farlo però ha bisogno di truppe in una città difficile, così il radicamento che la Lega ha consolidato in anni nelle regioni del nord, a Roma viene costruito mettendo insieme tanti pezzi diversi. Da una parte politici e consiglieri che rischiano di ritrovarsi senza una poltrona, intrappolati in partiti che in picchiata nel gradimento dei voti, un'erosione di consenso tutta a favore della Lega. Tanto vale allora accodarsi in una lista con il nome del politico che fa più parlare di se in televisione e sui giornali, onnipresente nel dibattito pubblico del paese, unica leader del centrodestra al momento sul mercato politico. E se per farlo bisogna adattare i propri comunicati stampa a quelli del capo e della Lega che problema c'è.

L'altra gamba della conquista di Roma poggia su Casa Pound, azionista di maggioranza di Sovranità, che proprio a Roma ha il suo quartiere generale. Se il movimento di estrema destra alle scorse elezioni ha raccolto un misero risultato da zero virgola correndo da solo, ha il vantaggio per la Lega di essere organizzato e militante, in grado con qualche centinaio di simpatizzante di organizzare fiaccolate e proteste, di esasperare il clima in città. Un elemento non da poco per la Lega che a Roma non ha nessuna struttura organizzativa. Già alle scorse europee Casa Pound aveva deciso di indirizzare i suoi voti verso l'eurodeputato in camicia verde Mario Borghezio, famoso per le sue esternazioni xenofobe. Tanto che Borghezio si è visto spesso in città negli ultimi mesi, presente ogni qual volta una periferia della città si infiammava, da Tor Sapienza a Ostia, accompagnato dagli amici di Casa Pound, due dei quali ha assunto anche come suoi collaboratori.

Salvini vuole salvare i romani da Marino, dagli abusivi e dai rom, dagli immigrati e dalla sinistra. Per raggiungere l'obiettivo di ottenere un risultato significativo alle prossime comunali avrà bisogno però di un altro alleato: Giorgia Meloni e i suoi Fratelli d'Italia. Perché l'ipotesi di una candidatura che veda insieme la Lega e i suoi satelliti assieme a Fdi è all'ordine del giorno, e si sa che la Meloni sogna da sempre la battaglia per il Campidoglio, nella ‘sua' Roma, e Salvini dal canto suo non ha nessuna faccia spendibile per la corsa al Campidoglio tra i suoi nuovi alleati.

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