“Salvini dice sciocchezze, i giudici europei non sono buonisti, a Roma rom discriminati”
Non nasconde la propria soddisfazione Carlo Stasolla, presidente dell'Associazione 21 luglio, che si occupa da anni delle condizioni della popolazione rom e sinti in Italia e delle discriminazione che subisce. Grazie a un ricorso presentato dalla sua associazione alla Corte Europea per i Diritti dell'Uomo, è stato fermato lo sgombero del Camping River, il campo rom per cui la sindaca Virginia Raggi dopo mesi di polemiche aveva disposto l'allontanamento forzoso per tutti i residenti.
"Si tratta di un risultato importante e per nulla scontato – spiega Stasolla a Fanpage.it – perché la Corte Europea non interviene con urgenza di fronte ad ogni ricorso, ma lo fa solo quando emergono rilievi evidenti di discriminazione da parte delle istituzioni e di plateali violazioni dei diritti. Basta pensare che nel 2017 su 40 ricorsi provenienti dall'Italia solo 7 hanno ricevuto come risposta un pronunciamento".
Abbiamo poi chiesto al presidente della 21 luglio cosa ne pensa delle dichiarazioni di Matteo Salvini che, appreso della sentenza, ha dichiarato via Twitter: "Ci mancava il buonismo della Corte Europea dei Diritti dei Rom". "Ma quale buonismo, si tratta di propaganda politica, di sciocchezze pronunciate dal ministro degli Interni – spiega – La sentenza è stata emessa da un tribunale la cui autorità è riconosciuta dal nostro paese. Fintanto che sarà così un esponente delle istituzioni dovrebbe prenderne atto e rispettare la sentenza in quanto tale".
Rimane poi da capire quanto il pasticciaccio del River combinato dall'amministrazione Raggi, e la sentenza di oggi, possa far fare complessivamente marcia indietro sul Piano di superamento dei campi rom approvato dalla giunta pentastellata nella capitale: "Da più di un anno andiamo spiegando come il Piano è irrealizzabile e costruito su presupposti sbagliati. L'unico risultato finora è stata una violenza inaccettabile contro i cittadini rom del River, che hanno pagato colpe non loro: le baracche distrutte, l'acqua tagliata, l'angoscia quotidiana di ritrovarsi a vivere in una baracca a bordo strada da un giorno all'altro. La colpa di tutto ciò non è dei rom, ma di chi ha messo in atto un piano che non funziona".