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Roma, vincono i caldarrostai: il Tar accoglie il ricorso dei Tredicine dopo 13 anni

Sono passati 13 anni da quando la famiglia Tredicine ha chiesto la sospensione di una delibera dove si introduceva la fissazione di criteri di collocamento per le postazioni dei caldarrostai di Roma. Ora, a seguito della “sopravvenuta carenza di interesse”, il Tar del Lazio ha deciso di dargli ragione.
A cura di Tommaso Franchi
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La discussione giudiziaria riguardo alla presenza dei caldarrostai nella Città Eterna sembra non avere mai fine, soprattutto a seguito dell'ultima decisione promulgata dal Tribunale Amministrativo Regionale (Tar) del Lazio in merito al rapporto tra la famiglia Tredicine e il Comune di Roma Capitale. Dopo 13 anni si pone fine a una lunga diatriba legale, partita da un ricorso avanzato sempre dai Tredicine e da alcuni loro parenti. In principio, nel lontano 2006, gli ambulanti e i gestori del business dei caldarrostai proponevano l'annullamento di una delibera che prevedeva la fissazione di alcuni criteri per il collocamento delle postazioni dei venditori di caldarroste. Sono passati anni da quella decisione, a tal punto che circa un mese fa i ricorrenti avevano annunciato all'organo giudicante di non essere più intenzionati a portare avanti un'istanza su una delibera sospesa in attesa di un verdetto giudiziario, vista "la sopravvenuta carenza di interesse". Alla fine il Tar ha dato ragione ai Tredicine, nonostante il Comune di Roma abbia chiesto la ridiscussione del punto, soprattuto nel merito della regolarizzazione dei luoghi di vendita e di distribuzione delle caldarroste.

La storia della discussione tra i caldarrostai dei Tredicine e il Comune di Roma

La presenza dei caldarrostai nella Capitale è sempre stato un motivo di dibattito tra il Comune di Roma e i gestori dell'attività di vendita. Tutto sarebbe cominciato circa vent'anni fa, nel 1993, quando nelle varie circoscrizioni sarebbero arrivate varie richieste di allestire chioschi in alcuni punti nevralgici della Città Eterna. Negli anni le discussioni sarebbero proseguite intorno a vari punti, dal tempo di attribuzione delle licenze ai tanti passaggi di proprietà, fino agli ultimi censimenti sulle varie postazioni. In base all'ultimo rendiconto molte delle postazioni sarebbero intestate alla famiglia Tredicine, mentre altre apparterrebbero ad agglomerati diversi ma tutti riconducibili al gruppo principale. Negli anni la gestione dei caldarrostai è sempre stata un motivo di frammentazione anche interna alle varie giunte, in particolare nell'attuale amministrazione, dove al centro del dibattito è finito un decreto "salva Tredicine".

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