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Roma, Salvini batte Raggi: passa la linea dura, domani il primo sgombero

In via Cardinal Capranica a Primavalle dove vivono circa 200 persone tra cui molti minori ci si prepara a resistere: per domani all’alba l’appello alla costruzione di un “muro popolare” per scongiurare azioni di forza. Movimento 5 stelle e centrosinistra contrari a forzatura, ma dal Viminale le indicazioni sono di procedere in ogni caso.
A cura di Valerio Renzi
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Il prefetto Gerarda Pantaleone non ha voluto sentire ragioni nel corso dell'ultimo tavolo per l'ordine pubblico e la sicurezza tenutosi a Palazzo Valentini: soluzioni alternative o no, gli sgomberi devono iniziare così come stabilo. In cima alla lista dei 22 stabili occupati da sgomberare, tra centri sociali e case occupate, il primo è quello di via Cardinal Capranica a Primavalle, alla periferia Nord di Roma. Alla fine a passare, nonostante il "no" ad azioni di forza espresso con chiarezza dal centrosinistra e dal M5s, sarebbe stata la linea dura del ministro dell'Interno Matteo Salvini: avanti con gli sgomberi, nonostante la contrarietà della Regione Lazio e di Roma Capitale che vogliono procedere solo e soltanto in presenza di soluzioni alternative solide e di un percorso concertato che garantista il diritto alla casa e la continuità delle esperienze sociali. Una scelta che potrebbe mettere in difficoltà la sindaca Virginia Raggi che di tutto ha bisogno dopo la città coperta d'immondizia, di una drammatizzazione delle tensioni sociali in piena estate.

"Un muro popolare contro lo sgombero"

In via Cardinal Capranica vivono circa duecento persone, tra cui molti minori. Da settimane vivono in uno stato di tensione permanente, di incertezza del proprio futuro, aspettando ogni mattina che fuori il cancello si presentino i cellulari con i lampeggianti blu accesi, con il loro carico di uomini in divisa pronti a far rispettare la legalità a ogni costo. Anche quello di lasciarli senza un tetto sopra la testa. I movimenti per il diritto all'abitare però hanno già annunciato di essere pronti a resistere, chiamando a raccolta per domani all'alba di fronte al palazzo occupato: contro la minaccia di sgombero vogliono costruire un "muro popolare", fatto di uomini e di donne pronti a frapporsi a un'azione militare nei confronti dei senza casa.

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