Roma, Paola Taverna si difende: “La vicenda della casa popolare di mia madre usata per colpire me”
Operazione verità: l'ha definita così Paola Taverna, senatrice del Movimento 5 stelle e vice presidente del Senato, tornata ieri a parlare della vicenda legata alla casa popolare in cui abita la madre. La vicenda è la seguente: la madre della senatrice, l'83enne Graziella Bortolucci, per anni ha abitato in una casa popolare al Quarticciolo, periferia est di Roma. Da alcuni verifiche è emerso però che la donna aveva perso i requisiti per l'alloggio popolare e per questo le è stato intimato lo sfratto: la donna ha presentato ricorso al tribunale civile che però lo ha respinto, ordinandole di lasciare la casa e pagare le spese giudiziarie all'Ater e al Campidoglio.
"Ci tengo a ricordare che mia mamma è una donna di 83 anni e ad oggi ha tutti i requisiti per un alloggio popolare", ha scritto Taverna sul "blog delle stelle", al quale ha affidato la sua "operazione verità". "Il problema – ha aggiunto la Taverna – nasce semplicemente da una mia dimenticanza nel ’98, quando mi sono sposata, di un cambio di residenza. Questo ha comportato, durante gli anni, che i miei beni siano stati sommati a quelli di mia mamma, e lei ha perso i requisiti per quell’alloggio popolare". La Taverna e la madre avrebbero fatto ricorso "esclusivamente perché pensiamo di avere ragione". La senatrice però si adeguerà a ciò che a stabilito il giudice: "Come tutti i cittadini italiani io eseguirò quello che il giudice ha detto, ossia: mia mamma lascerà quella casa popolare".
Per colpire me hanno fatto molto male a mia mamma
La Taverna ha quindi lanciato il suo attacco a chi secondo lei ha speculato sulla vicenda: "La cosa che ci tengo a dire, e per la quale tanto ho sofferto in questa vicenda, è che tutta questa storia, che poi si riduce in un banale problema amministrativo, è stata usata per colpire me. E per colpire me hanno fatto molto male a mia mamma, che non c’entrava assolutamente nulla". Negli scorsi giorni la Taverna era stata ancora più esplicita: "Da Parlamentare del Movimento 5 Stelle, dopo aver restituito più di 200.000 euro, sono così pulita che non trovano nulla su cui attaccarmi se non sui miei affetti. Querelerò tutti coloro che hanno già diffuso o diffonderanno notizie false e diffamatorie su mia madre". Un'affermazione che aveva poi provocato la contro replica di Matteo Renzi: "Propongo un patto ai 5 Stelle, visto che nell’ultimo periodo li vedo un po’ nervosi: se voi smettete di dire bugie su di noi, noi smettiamo di dire la verità su di voi".
La Taverna nel suo lungo post sul blog è poi entrata nel merito del ricorso: "Abbiamo chiesto esclusivamente che una donna di 80 anni – che oggi ha i requisiti e che li ha sempre avuti i requisiti (perché scorporati quelli che erano i miei beni, mia mamma ha i requisiti per la casa popolare) – potesse mantenere quell’alloggio per il periodo che le rimaneva, perché è una donna anziana. Sicuramente l’avrei portata via io prima, perché oggi per fare tre piani di scale ci mette più di un quarto d’ora. Però – ha aggiunto – l’avrei voluto fare con l’amore di una figlia. L’avrei voluto fare senza pensare che le stavano strappando quello che ha sempre vissuto come suo: la casa dove siamo nati noi".
Il rispetto della sentenza del tribunale civile non esclude però la possibilità di fare ricorso, anticipata dalla senatrice: "Mia madre sta in quella casa dal ’67 (alcune notizie date dai giornali sono sbagliate), ma bisognerebbe raccontare 80 anni di storia, e non ne ho intenzione. Sono 80 anni di storia di una donna vedova a 46 anni, che ha cresciuto 2 figlie in uno di quartieri più complicati di Roma, e che l’ha fatto sempre con grande onestà. Ed è questo il valore che ha trasmesso a me e alla mia famiglia, e su questo valore io ho fondato il mio ruolo politico. E proprio in base a quel valore io faccio uscire mia madre da quella casa – ha detto la Taverna – riservandomi ovviamente (dopo aver letto la sentenza, perché ancora non c’è neppure la sentenza) di poter fare ricorso".
Scrivete quello che volete, io continuo sulla mia strada
In conclusione del suo post Paola Taverna attacca il "voyeurismo" e la morbosità dell'informazione "che pur di colpire un esponente politico di un partito che probabilmente non gli piace, non ha lesinato a speculare sul dolore di una donna", e afferma che nonostante il clamore suscitato dalla vicenda andrà avanti per la sua strada: "L’unica cosa alla quale tengo è quella di tutelare mia mamma da ulteriori speculazioni su una faccenda che la riguarda personalmente, e che nulla c’entra con me e che nulla c’entra neppure con voi – conclude l'esponente dei Cinque stelle – Credo che sia questa l’unica azione che una figlia dovrebbe fare. Per il resto, scrivete anche quello che volete. Io continuo sulla mia strada".