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Roma, multe tolte a vip e amici: “Restituiscano 17 milioni di euro”

Un giro di multe tolte agli “amici”, per un danno complessivo di 17 milioni di euro mancanti dalle casse del Comune. È quanto scoperto dalla procura regionale della Corte dei Conti, che ha denunciato un’organizzazione verticistica che avrebbe rimosso le sanzioni ad alcuni “amici”, tra i quali Claudio Lotito.
A cura di Tommaso Franchi
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Toglievano le multe ai loro "amici", gestendo un ufficio parallelo a quello effettivo. L'inchiesta della procura regionale della Corte dei Conti, come riporta il Corriere della Sera, avrebbe portato alla luce un nuovo capitolo di "Multopoli": è stata infatti scoperta una presunta organizzazione verticistica e a vocazione clientelare che avrebbe cancellato oltre 130mila multe dal database di Roma Capitale, causando un danno complessivo del valore di 17 milioni di euro. Sono cinque le persone indagate, tra dirigenti e collaboratori delle risorse economiche della Città Eterna che ora, qualora dovesse essere confermata la loro colpevolezza, dovranno risarcire il danno, ognuno per la propria parte. In base a quanto riportato dal pm contabile Massimo Perin i cinque presunti colpevoli si sarebbero coalizzati per esonerare i propri "amici" dal pagamento di alcune multe, causando un danno patrimoniale e da disservizio al Comune di Roma. Nei loro confronti è scattato un avviso di garanzia, con la momentanea interdizione della loro mansione.

I coinvolgimento del presidente della Lazio Claudio Lotito

All'interno del provvedimento notificato dai finanzieri del Tributario si legge chiaramente che gli indagati avevano messo in piedi un centro operativo illecitamente deputato alla raccolta di istanze di sgravio di cartelle esattoriali. Non sono coinvolti solo i cinque indagati, ma tra i beneficiari del trattamento di favore spuntano alcuni nomi noti, come quello di Claudio Lotito (che tramite i suoi legali ha parlato di un fraintendimento), presidente della S.S. Lazio, e di Davide Colaneri, imprenditore dei trasporti. L'inchiesta è partita dalla denuncia di Emma Coli, una dipendente che ha spiegato agli inquirenti la maxi truffa che si stava perpetrando ai danni del Campidoglio. Nell'invito a dedurre dei finanzieri si legge che "nel periodo in cui si sono verificati tali fatti (la cancellazione delle multe nei confronti di Colaneri, ndr) il Pelusi e la Cirelli hanno acquistato autoveicoli da autosaloni del cosiddetto “Gruppo Colaneri".

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