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Roma, messa blindata per Casamonica. I parenti: “Giornalisti? Ora noi più famosi dei vip”

Messa blindata mercoledì mattina a Roma in suffragio di Vittorio Casamonica, i cui funerali la settimana scorsa hanno provocato un caso politico. Nella parrocchia di San Girolamo Emiliani presenti agenti in borghese, parenti vestiti a lutto e giornalisti. Tensione e qualche spintone alla fine tra i familiari del defunto e i giornalisti: “Non provocate, rispettateci”.
A cura di Francesco Loiacono
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Si è svolta mercoledì mattina a Roma, nella chiesa di San Girolamo Emiliani, blindata per l'occasione, la messa in suffragio di Vittorio Casamonica, uno dei capi dell'omonimo clan della Capitale i cui funerali sfarzosi hanno provocato un vero e proprio caso. Alcuni parenti e amici del defunto sono arrivati indossando abiti o t-shirt nere, in segno di lutto. Molti avevano la barba incolta in segno di lutto. Uno dei parenti più anziani è arrivato con un completo nero e un enorme cappello. Alcune donne della famiglia si sono coperte il volto prima di entrare in chiesa, per non essere riprese dai tanti fotografi e cameramen presenti.

La nipote di Casamonica ai cronisti: "Noi ora più importanti dei vip"

Sulla presenza dei giornalisti è intervenuta invece al nipote di Vittorio, Egidia Casamonica: "Se ci sono giornalisti ci fanno diventare più importanti – ha detto la donna -. Siamo famosi, più importanti dei vip". La nipote del defunto ha anche chiesto rispetto per la famiglia: "Non è mafia. Noi non facciamo la guerra. Siamo pacifisti. Noi buttiamo fiori mica le bombe come l'Isis. Ci siamo rimasti male perché non ci rispettano".

Al termine della funzione Egidia Casamonica è tornata sull'argomento, mostrando anche un album di famiglia con foto di funerali celebrati in passato con carrozze e cavalli: "È la nostra tradizione, non è la mafia. Il funerale così era perché Vittorio era per noi un re, un pezzo forte della famiglia. Ognuno comanda a casa sua – ha detto poi la donna – Noi rispettiamo la legge. Abbiamo perso una persona cara e basta".

Messa blindata per Casamonica: tensione alla fine con i giornalisti

La chiesa, che era la parrocchia del 65enne boss, si è riempita alla spicciolata: tra il pubblico anche numerosi agenti in borghese. Non c'è stata traccia questa volta dello sfarzo che ha caratterizzato il funerale lo scorso giovedì. Momenti di tensione si sono registrati al termine della funzione, quando i giornalisti si sono avvicinati ai parenti per fare domande: ressa e qualche spintone da parte dei familiari di Casamonica, che hanno detto ai cronisti: "Non provocate, rispettateci, ormai avete visto tutto, fatela finita". La situazione è subito tornata alla normalità dopo l'intervento degli agenti in borghese.

Messa per Casamonica, arriva anche il disturbatore Paolini

Nella parrocchia di Casal Morena, quartiere nella periferia di Roma, è arrivato a rendere omaggio a  Vittorio Casamonica anche il noto disturbatore televisivo Gabriele Paolini. Al termine della messa Paolini ha chiesto di entrare in chiesa per lasciare un fiore per Vittorio, mostrando prima di entrare un cartello con la scritta: "Tutti i morti sono uguali, riposa in pace Vittorio". Paolini ha spiegato di aver conosciuto Casamonica senza sapere chi fosse e di averci giocato a bocce.

Orfini: "Roma non è loro"

Su Facebook il presidente del Pd Matteo Orfini – commissario del Pd di Roma dopo i fatti di Mafia Capitale – è tornato a commentare la vicenda dei funerali di Vittorio Casamonica ricordando la manifestazione prevista davanto alla chiesa di Don Bosco per il 3 settembre: "Roma non è loro – ha scritto Orfini -. Ci vediamo in piazza. #antimafiacapitale".

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