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Aggressione a giornalisti dell’Espresso: denunciati leader Forza Nuova e Avanguardia Nazionale

Aperta un’inchiesta sull’aggressione subita dai due giornalisti de L’Espresso durante la commemorazione della strage di Acca Larentia al Cimitero del Verano. Il procuratore aggiunto Francesco Caporale è in attesa di un’informativa dalle forze dell’ordine, poi, deciderà se indagare per i reati di violenza privata e lesioni.
A cura di Alessia Rabbai
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Due persone sono state denunciate per l'aggressione ai danni del collaboratore dell'Espresso Federico Marconi e al fotografo Paolo Marchetti, avvenuta ieri all'interno del cimitero del Verano a Roma dove, nel "mausoleo dei martiri fascisti", si stava svolgendo una cerimonia di ricordo della strage di Acca Larentia, in cui furono uccisi i tre giovani militanti dell'Msi Franco Bigonzetti, Francesco Ciavatta e Stefano Recchioni. Si tratta di Giuliano Castellino, leader romano di Forza Nuova, e di Vincenzo Nardulli di Avanguardia Nazionale, disciolta formazione eversiva degli anni '70, la cui sigla i reduci di quella stagione hanno da qualche tempo ricominciato ad utilizzare per convocare incontri e appuntamenti di commemorazione.

La ricostruzione della Questura

Secondo quanto ricostruito dalla questura la discussione sarebbe sorta attorno alle 15,30, quando i due giornalisti sono stati avvicinati dai militanti di estrema destra che li avrebbero intimato di allontanarsi e di consegnare loro gli scatti. "Alla polizia il reporter ha spiegato di non aver subito alcuna minaccia o lesione, ma in serata, riferisce la Questura, si è presentato negli uffici della Digos, insieme a un altro collaboratore esterno del settimanale, anch'egli presente alla manifestazione, denunciando l'aggressione e mostrando il referto con 3 giorni di prognosi per alcune contusioni. – si legge in una nota – L'attività investigativa ha consentito di cristallizzare le responsabilità di Castellino e Nardelli, in mattinata sottoposti a perquisizione domiciliare e deferiti per minaccia, lesioni personali e violenza privata, mentre proseguono le indagini per identificare gli altri partecipanti alla denunciata aggressione".

La denuncia dell'Espresso

Ben più grave la dinamica dei fatti ricostruita sul sito del settimanale da Giovanni Tizian: "Dopo il ‘presente' di rito dei camerati al Mausoleo alcuni esponenti dell'estrema destra si sono avvicinati a Marchetti. Con spinte e pesanti minacce gli hanno intimato di consegnargli la scheda di memoria della macchina fotografica". L'Espresso sottolinea anche l'atteggiamento delle forze dell'ordine, che avrebbero lasciato che l'intimidazione proseguisse: "Non contenti, gli hanno chiesto il documento per identificarlo, senza che le forze dell'ordine intervenissero. Al grido «L'Espresso è peggio delle guardie», un altro gruppo ha accerchiato il nostro giornalista Federico Marconi. Tra questi il capo di Forza Nuova Roma, Giuliano Castellino, incredibilmente libero di muoversi come se nulla fosse nonostante sia sorvegliato speciale. – prosegue Tizian – Castellino si è avvicinato al nostro cronista e lo ha preso per il collo. Altri lo hanno spintonato, tirandogli anche un calcio sulle gambe e una serie di schiaffi. E ancora il capo di Forza Nuova insieme a uno vecchio militante di Avanguardia Nazionale ha preso al giornalista il cellulare e il portafoglio per identificarlo".

I neofascisti rigettano ogni responsabilità

I neofascisti smentiscono ogni addebito parlando di una montatura giornalistica ai loro danni e non lesinando insulti ai giornalisti. "Questo è il video che smentisce l'aggressione ai pennivendoli dell'Espresso , la polizia è in forze e non vi è nessuna violenza da parte nostra se non quella di farci vedere il resoconto filmato contro la nostra volontà nel rispetto della privacy",  scrive Nardulli su Facebook. Già ieri Castellino in una nota si era scagliato contro la stampa: "Articolo bugiardo e infame da parte de L'Espresso, che ancora una volta, racconta storie fantasiose e fuori dalla realtà. L'aver chiesto buona educazione e decenza a giornalisti con funzione da sciacalli, irrispettosi anche di cimiteri e momenti comunitari di ricordo di caduti, diventa un'aggressione".

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