Roma, dal 4 maggio la fase 2: rischio code e attese lunghe, come viaggeremo su bus e metro
Quante persone prenderanno la metro, quante i bus? Quanti cittadini utilizzeranno l'automobile privata? Quanti seguiranno il consiglio della sindaca Raggi di utilizzare le biciclette? L'equilibrio per quanto riguarda gli spostamenti e il trasporto pubblico a Roma nella cosiddetta ‘fase 2' dell'emergenza coronavirus si basa su previsioni al buio e su speranze che allo stato dei fatti non possono essere verificate da dati concreti: la speranza è che da lunedì 4 maggio molti cittadini romani continuino a rimanere a casa e che le aziende continuino a favorire lo smart working (che non è obbligatorio, ad oggi). Se i romani tornassero a viaggiare in automobile il traffico si congestionerebbe in poco tempo e per il trasporto pubblico sarebbe la catastrofe. Allo stesso tempo, se troppi romani utilizzassero i mezzi pubblici, costretti a dimezzare gli ingressi per rispettare il distanziamento sociale, sarebbero inevitabili code e folla nelle stazioni e alle fermate. Il Campidoglio sta facendo di tutto a favorire la mobilità sostenibile, a piedi o in bici, e la micromobilità, ma ad oggi, di atti concreti non ce ne sono e il tempo è sempre meno. La speranza è che nella settimana del 4 maggio il flusso dei viaggiatori per le strade della capitale non cambi poi molto rispetto a questi giorni (l'utilizzo dei mezzi pubblici è crollato del 90 per cento) e ci sia così più tempo per programmare e decidere.
La sperimentazione di ieri su bus e metro: come viaggeremo dal 4 maggio
Atac ha avviato ieri tre ore di sperimentazione per effettuare dei test sulla gestione dei viaggiatori in entrata e in uscita da bus e metro. "Il personale di Atac e la segnaletica presente agli ingressi, alle uscite e sulle banchine della metro hanno consentito di verificare, preventivamente, le possibili azioni per erogare il servizio di trasporto pubblico con il distanziamento sociale previsto dalle norme in vigore attualmente", ha fatto sapere Atac. La sperimentazione è stata effettuata su due stazioni della metro, Arco di Travertino e San Giovanni, e su una linea di bus, l'85, in un sabato in piena emergenza coronavirus. Come dimostrano le fotografie pubblicate da Atac stessa, garantire il rispetto delle distanze di sicurezza non è stato facile. Sulle banchine della metro, per esempio, sono comparse strisce e pallini blu che permettono ai viaggiatori di mantenere la distanza tra loro e dai passeggeri in uscita. Questo permetterebbe di entrare solo a 150 persone a bordo dei treni (contro le 1200 che abitualmente ospitava ogni convoglio). Il rispetto delle distanze di sicurezza, soprattutto tra passeggeri in salita e in discesa dalla metro, non è semplicissimo neanche con misure di questo tipo. Per garantire anche di più il rispetto delle prescrizioni sul distanziamento sociale, il personale ieri ha fatto accedere un massimo di trenta viaggiatori alle stazioni ogni 3 minuti. Questa misura nei giorni feriali richiederebbe l'impiego di moltissimi addetti.