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Roma 2024, pressing su Raggi e M5s. Malagò: “Rinuncia sconfitta dello sport”

Atteso in settimana il no ufficiale del Campidoglio alla candidatura di Roma ad ospitare le olimpiadi del 2024. Continua il pressing sul Campidoglio, il numero uno del Coni Giovanni Malagò: “La rinuncia alla candidatura di Roma 2024 sarebbe”una sconfitta del mondo dello sport”.
A cura di Valerio Renzi
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Giovanni Malagò
Giovanni Malagò

Settimana decisiva per la sciogliere il nodo sulla candidatura di Roma ai giochi olimpici del 2024, e la pressione sul Campidoglio si fa sempre più forte. Ieri a "La Domenica Sportiva" su Rai 2 è tornato a parlare il presidente del Coni Giovanni Malagò: "La rinuncia alla candidatura di Roma 2024 sarebbe"una sconfitta del mondo dello sport". "Vuol dire che la politica è intervenuta non solo disconoscendo quelli che erano stati gli stessi via libera della politica – ha insistito Malagò – Ma non rispettando tutte le decisioni prese all'unanimità del mondo dello sport. Si rischia una figuraccia internazionale mostruosa, e questo coinvolge la credibilità dell'Italia nel mondo".

E come pochi giorni fa Luca Cordero Montezemolo, numero uno del Comitato Roma 2024, anche Malagò ha sottolineato come le paure su spese pazze e speculazioni sono da ritenersi infondate: "L'agenda 2020 ha stravolto questi presupposti, uno degli elementi chiave sono gli impianti temporanei. Oggi quel rischio non c'è più. Ci sono altre priorità? Sono il primo a ricoscerlo, ma qui stiamo parlando di una cosa che si deve svolgere tra otto anni. Noi stiamo pensando a un progetto, a un'idea. Io mi auguro che le priorità vengano risolte un po' prima di otto anni".

Ora l'ultima parola spetta a Virginia Raggi. In teoria il no, dopo le parole di Beppe Grillo e del direttorio, che hanno detto no alle olimpiadi in maniera inequivocabile, non dovrebbe essere una questione "se" o "ma" ma solo di "quando". È probabile che la sindaca prima voglia sciogliere il rebus delle nomine mancanti, in particolare quella del nuovo assessore al Bilancio ancora vacante. Non è però un segreto che i mal di pancia non mancano: tra la giunta e il consiglio comunale non sono pochi gli esponenti della maggioranza allettati dal dire sì, se fossero state accettate dal governo e dal comitato promotore alcune condizioni su risorse e impiantistica. Ma farlo vorrebbe dire una crisi senza ritorno tra il M5s e la sindaca Raggi.

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