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Roberta e Roberto, i fidanzati accusati di aver torturato Regina, la 28enne di Albano Laziale

Roberta e Roberto, 32 e 26 anni, sono accusati dei reati di “induzione e sfruttamento dell’attività di prostituzione, di lesioni gravi, violenza privata e minaccia”, con l’aggravante di aver “adoperato sevizie e agito con crudeltà”. La vittima dei due fidanzati era Regina, 28enne di Albano Laziale.
A cura di Enrico Tata
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Roberta e Roberto, 32 anni lei, di sei anni più giovane lui. I due fidanzati sono accusati dei reati di "induzione e sfruttamento dell'attività di prostituzione, di lesioni gravi, violenza privata e minaccia", con l'aggravante di aver "adoperato sevizie e agito con crudeltà". La loro vittima, Regina, 28 anni di Albano Laziale, la loro vicina di casa, è stata torturata, ustionata con un ferro da stiro e con un cucchiaio rovente. Costretta a prostituirsi e a consegnare ai suoi aguzzini l'incasso delle prestazioni, veniva forzata a mangiare e a ingrassare anche con medicinali antidiarroici. "Le pazzie mi riescono sempre bene. È con le cose normali che ho qualche difficoltà", scriveva su Facebook Roberto. Era lui a picchiare Regina, come lei stessa ha raccontato alle forze dell'ordine dal suo letto di ospedale. "Se non portavo i soldi mi picchiava, se non mangiavo mi picchiava", la sua testimonianza. Tutto avveniva sotto l'occhio di ‘zia Maria', così chiamava Regina la mamma di Roberta, e Roberta stessa. Le due si chiamavano ‘sister', avevano stretto un'amicizia indissolubile dopo la morte della madre di Regina. Poi Roberta e la sua famiglia, così hanno ricostruito gli inquirenti, si sono approfittati di lei costringendola a organizzare rapporti sessuali a pagamento. Picchiata continuamente, torturata, ingozzata fino a scoppiare, Regina era ingrassata, aveva volto e corpo pieni di lividi.

Quando Regina è stata soccorsa in casa dal personale del 118, Roberta si è fatta intervistare dall'inviata del programma televisivo Chi l'ha visto?. Con lucidità ha raccontato di volere bene a Regina, di essere la sua migliore amica. "Io non mi fermo qui, per me è come una sorella", ha detto. All'intervista assisteva Roberto, chinato davanti al mobile della cucina. Proteggeva il nascondiglio di una pistola a salve, trovata in seguito e sequestrata dagli investigatori. Probabilmente veniva utilizzata per minacciare Regina. Anche ‘zia Maria' era a conoscenza di tutto. Quando Roberto picchiava Regina, lei le diceva: "Devi resistere". In un video pubblicato su Facebook Roberta e Regina salutano i loro amici mentre trascorrono una giornata in piscina. Era l'estate del 2016 e probabilmente l'incubo di Regina doveva ancora iniziare.

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