Rimosso il murales del boss a Tor Bella Monaca, il simbolo del controllo criminale sul quartiere
Un blitz notturno e un massiccio dispiegamento di poliziotti e carabinieri per rimuovere il murales dedicato al boss. "Serafino sei il nostro angelo", la scritta che c'era sotto all'immagine di Serafino Cordaro, assassinato il 2 febbraio del 2013, che fino a ieri ricopriva uno dei muri dei palazzi di proprietà comunale nella zona R9 del quartiere romano di Tor Bella Monaca. "Perché ci preoccupiamo tanto del murales? Il murales non mi preoccupa particolarmente in sé e per sé, ma mi preoccupa per quello che rappresenta, ovvero una dimostrazione del profilo identitario di questo gruppo. Il fatto che questo murales sia ancora lì e nessuno si sia sentito in dovere di rimuoverlo rappresenta per questo gruppo motivo di grandissimo prestigio criminale, un prestigio che viene speso sul piano dei rapporti generali", spiegava mesi fa il procuratore aggiunto di Roma Michele Prestipino. L'immagine di Serafino Cordaro non compare solo in quel murales: tutti gli affiliati alla banda hanno tatuato sul corpo l'immagine del boss assassinato. Nella notte è stato rimosso anche quello in memoria di Antonio Moccia sul muraglione di via Amico Aspertini. Antonio era figlio di Vincenzo, uno dei capi romani del clan originario di Afragola.
Virginia Raggi: "Rimosso il murales della vergogna"
“Abbiamo voluto cancellare entrambi i murales, anche quello dedicato a Moccia. Siamo qui dopo una serie di segnalazioni, anzi una in particolare, e abbiamo raggruppato le forze: Polizia locale, Polizia di Stato e Carabinieri“, ha detto la sindaca Virginia Raggi presente questa notte durante i lavori. “E’ stata una serata abbastanza intensa. Stasera abbiamo cancellato e nei prossimi giorni continueremo a rimanere qui e presidieremo queste zone come è giusto che sia. Il segnale che vogliamo dare è innanzitutto un segnale di legalità, per far capire che lo Stato c’è, le istituzioni ci sono e non è possibile che in alcune zone ci siano dei disegni o dei murales che ricordino come eroi delle persone che sono comunque legate a un mondo malavitoso. Questa situazione deve finire perché lo Stato deve riaffermare il primato della legalità. Ora si continua presidiando il territorio e si continua anche perché le situazioni sono molteplici e le operazioni non si fanno da soli, ma con il coinvolgimento di tanti soggetti ed è questo il modo in cui si dovrà lavorare anche in altre zone su altri settori”, ha concluso Raggi.
L'area di Tor Bella Monaca è una sorta di centro commerciale della droga, così la definiva il pm Prestipino. La piazza dello spaccio locale è gestita proprio dalla famiglia Cordaro, che gode di un forte consenso sociale nel quartiere. Secondoƒ Prestipino "c'è un’attività di favoreggiamento continuo di aiuto verso i componenti di questo gruppo. Basti pensare al numero di persone disponibili a custodire denaro, armi e denaro contante". Nell'ultima edizione del Rapporto sulle mafie redatto dalla Regione Lazio si legge che "il timore dei Cordaro deriva anche dal fatto, che avendo certa disponibilità di armi non esitano ad utilizzarle". Un controllo del territorio che è esemplificato in alcuni commenti dei cittadini dopo la rimozione del murales: "Fate cose più importanti invece de cancella un murales che non dava fastidio a nessuno", "era molto importante cancellare un ricordo di una persona, visto tutta l' immondizia che abbiamo per strada", "300 persone impegnate a togliere un metro quadro di murales dal 1 alle 5 di mattina, con tutta la m… che abbiamo".