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Ricostruzione temporanea per la donna che ha subito il trapianto di faccia, l’esperto: “Intervento fallito”

Il primo trapianto di faccia eseguito in Italia all’ospedale Sant’Andrea di Roma di fatto sembrerebbe essere fallito. Spiega all’AdnKronos Salute Marco Lanzetta, direttore scientifico dell’Istituto italiano di chirurgia della mano, che “di fatto l’intervento purtroppo non è riuscito. Gestisco il Registro mondiale dei trapianti non salvavita: finora sono circa 35 i casi di trapianto totale o parziale di faccia eseguiti in tutto il mondo. E ciò che è accaduto purtroppo a Roma non era mai successo”.
A cura di Enrico Tata
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Foto di repertorio
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"Come previsto dal protocollo e in attesa del nuovo trapianto, la paziente è stata sottoposta ad intervento di ricostruzione temporanea con trasferimento microchirurgico di tessuti autologhi (muscoli gran dorsale e serrato anteriore più innesto di cute della coscia); l'intervento è proseguito, senza alcuna difficoltà, dalle ore 21 del 24 settembre alle ore 2.00 del 25 settembre. La paziente è tornata in isolamento in Terapia Intensiva, attualmente è vigile e le sue condizioni generali sono discrete. Al momento il lembo è perfettamente vascolarizzato; gli esami e le valutazioni effettuate depongono per un decorso regolare", si legge nel bollettino diffuso dall'ospedale Sant'Andrea di Roma in merito alle condizioni  di salute della donna che ha subito il trapianto di faccia, il primo intervento del genere in Italia.  Significa che è andata a buon fine la ricostruzione temporanea del volto della paziente effettuata con i suoi stessi tessuti. Questo in attesa di un eventuale nuovo trapianto perché, spiega all'AdnKronos Salute Marco Lanzetta, direttore scientifico dell'Istituto italiano di chirurgia della mano, "l'intervento purtroppo non è riuscito".

"Gestisco il Registro mondiale dei trapianti non salvavita: finora sono circa 35 i casi di trapianto totale o parziale di faccia eseguiti in tutto il mondo. E ciò che è accaduto purtroppo a Roma non era mai successo", spiega il medico, che tra l'altro è stato tra gli autori, venti anni fa, del primo trapianto di mano da cadavere a livello mondiale. "Nel caso del Sant'Andrea non si può parlare di rigetto ma, come si legge anche nei bollettini dell'ospedale, di sofferenza del microcircolo. Il lembo trapiantato non può restare senza sangue per più di un certo numero di ore. In questo caso è come se i ‘rubinetti' che portano il sangue al lembo fossero rotti: l'incubo dei microchirurghi, qualcosa di molto diverso dal rigetto", spiega Lanzetta. "La paziente è sotto immunosoppressori – ricorda Lanzetta – e il rigetto richiede del tempo per manifestarsi. In questo caso il problema invece si è visto subito: il tessuto trapiantato non è stato rivascolarizzato. Un problema che può verificarsi anche quando si riattaccano parti del corpo proprie: il sangue deve tornare a circolare, irrorando l'arto. Dunque di fatto l'intervento chirurgico purtroppo non è riuscito". Alle 18 e 30 è previsto un nuovo bollettino medico dal Sant'Andrea. Ieri, a causa delle problematiche riscontrate, è stata rinviata la conferenza stampa a cui avrebbero dovuto partecipare il governatore del Lazio Nicola Zingaretti e la ministra della salute Giulia Grillo.

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