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Primo trapianto di faccia eseguito a Roma, qualcosa non va: “Sospetto rigetto dei tessuti”

Primo trapianto di faccia in Italia eseguito ieri su una donna a Roma. I medici dell’ospedale Sant’Andrea di Roma: “L’intervento chirurgico è tecnicamente riuscito e le anastomosi sono pervie, tuttavia i tessuti trapiantati hanno manifestato, durante la notte scorsa, segni di sofferenza del microcircolo per sospetto rigetto, nonostante il cross-match negativo tra donatore e ricevente”.
A cura di Enrico Tata
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Foto di repertorio - sala operatoria
Foto di repertorio – sala operatoria

La paziente è in buone condizioni, sottolineano i medici dell'ospedale Sant'Andrea di Roma, dove ieri è stato portato a termine il primo trapianto di faccia mai eseguito in Italia. Ma nella notte, seppure l'equipe dei chirurghi assicura che l'intervento è tecnicamente riuscito, si è verificato "un sospetto rigetto". Le condizioni generali della paziente sono in lento miglioramento e non ci sono preoccupazioni per la sua vita, ma "i tessuti trapiantati hanno manifestato segni di sofferenza del microcircolo". Per questo i medici stanno valutando "una ricostruzione temporanea con tessuti autologhi della paziente nell'attesa di una ulteriore ricostruzione con un nuovo donatore".

Annullata la conferenza stampa fissata per oggi pomeriggio alla quale avrebbero dovuto presenziare anche il presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti e la ministra della Salute Giulia Grillo. Il bollettino integrale diffuso dal Sant'Andrea (il prossimo è previsto intorno alle 20 di oggi): "Le condizioni generali della paziente (una donna di 49 anni ndr.) sono buone e non ci sono preoccupazioni per la sua vita. L'intervento chirurgico è tecnicamente riuscito e le anastomosi sono pervie, tuttavia i tessuti trapiantati hanno manifestato, durante la notte scorsa, segni di sofferenza del microcircolo per sospetto rigetto, nonostante il cross-match negativo tra donatore e ricevente. Per prevenire ulteriori rischi si sta prendendo in considerazione, come previsto dal protocollo, la possibilità di una ricostruzione temporanea con tessuti autologhi della paziente nell'attesa di una ulteriore ricostruzione con un nuovo donatore".

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