Raggi a processo per falso: l’udienza il 21 giugno, accolta richiesta giudizio immediato
Il Tribunale di Roma ha accolto la richiesta di giudizio immediato dei difensori della sindaca Virginia Raggi. L'udienza per il processo che vede imputata la prima cittadina della capitale con l'accusa di falso, in relazione alla nomina di Renato Marra, fratello di Raffaele ex braccio destro di Raggi, si terrà il prossimo 21 giugno.
"Ciao a tutti, volevo informarvi che ho chiesto al Tribunale di Roma il giudizio immediato nel procedimento aperto nei miei confronti dalla procura capitolina. Desidero che sia accertata quanto prima la verità giuridica dei fatti. Sono certa della mia innocenza e non voglio sottrarmi ad alcun giudizio. Ho piena fiducia nella giustizia e credo fermamente che la trasparenza sia uno dei valori più importanti della nostra amministrazione". Con queste parole, su Facebook, Raggi annunciava la richiesta di giudizio immediato. Una mossa quella della sindaca che da molti è stata letta come un modo per evitare grane al Movimento 5 stelle prima delle elezioni politiche nazionali, ma anche delle elezioni regionali dove Roberta Lombardi punta a diventare governatrice del Lazio.
Un'eventuale condanna dopo le elezioni
È indubbio infatti che, in caso di rinvio a giudizio della sindaca, il Movimento 5 stelle, e il candidato premier Luigi Di Maio, si sarebbero trovati in grande imbarazzo. In caso di condanna poi il dubbio rimane quello se chiedere le dimissioni di Raggi (a norma di regolamento) o fare una diversa valutazione (come è consentito sempre dal regolamento del M5s in casi considerati "non di particolare gravità"). Con il giudizio immediato, pur rinunciando a produrre nuove prove e documenti in sede di udienza preliminare, Raggi e il M5s hanno ottenuto di dilazionare i tempi non fornendo argomenti agli avversari politici in campagna elettorale.
Perché Virginia Raggi è accusata di falso
La sindaca è accusata di falso documentale in atto pubblico. Ad essere messa in dubbio è la buona fede con cui Raggi compilò una memoria scritta ai funzionari dell'Anticorruzione del Campidoglio, affermando di aver agito "in piena autonomi" in merito alla nomina del fratello di Raffaele Marra a capo dipartimento del Turismo. Secondo i procuratori Paolo Ielo e Francesco Dall'Olio invece Marra, ex braccio destro della sindaca poi arrestato per corruzione, all'epoca a capo del personale del comune di Roma, avrebbe informato della mossa la sindaca, discutendone anche con lei l'opportunità. Per l'accusa, ad essere schiaccianti in questo senso, sarebbero i contenuti di diverse chat e scambi di sms messi agli atti.