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Raccolta differenziata e porta a porta al collasso dal centro alla periferia: cosa sta accadendo?

Raccolta differenziata e raccolta dei rifiuti porta a porta in crisi dal centro alla periferia. Da una parte lo scontro tra la Cooperativa 29 giugno e Ama, dall’altra la mancanza di mezzi, che guasti rimangono nelle rimesse, stanno costando gravi disagi ai cittadini.
A cura di Valerio Renzi
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Via Licino Stolone, Cineccità. Foto di un lettore
Via Licino Stolone, Cineccità. Foto di un lettore

La raccolta differenziata e la raccolta porta a porta di rifiuti è al collasso dal centro alla periferia. La ragione? La Cooperativa 29 giugno – sì quella di Mafia Capitale e di Salvatore Buzzi – versa in cattive acque. La coop, che già commissariata nel 2015 vinceva i lotti per la raccolta della differenziata in I, II e IV Municipio, è titolare dell'appalto in scadenza il prossimo 30 ottobre e non ha nessuna intenzione di continuare a lavorare per Ama (che ha proposto la prosecuzione del rapporto), in un regime economico considerato troppo basso.

Porta a porta a rilento: mezzi guasti rimangono in rimessa

A questo c'è da aggiungere la difficoltà in cui versa la raccolta porta a porta, rallentata in tutta Roma. Ci sono poi luoghi dove i due disagi si sommano: bastava fare una passeggiata nel centro storico o nel quartiere di San Lorenzo lo scorso week end per vedere i sacchi di umido, pile di scatoloni e buste di plastica svettare sui marciapiedi, costringendo i pedoni allo slalom e rappresentando un ricco banchetto per i gabbiani. La raccolta porta a porta arriva a toccare punti di ritardo di 15 giorni perché i mezzi sono insufficienti, e quelli rotti rimangono nelle rimesse e non vengono riparati per la mancanza di pezzi di ricambio. Così l'immondizia si accumula nei cortili e sui marciapiedi, creando situazioni di esasperazione tra i cittadini. Una situazione  che appare ben lontana dall'aumento della differenziata al 70% previsto dal piano approvato dall'amministrazione Raggi.

270 lavoratori rischiano di perdere il lavoro

La crisi dei rifiuti potrebbe avere anche gravi conseguenze sotto il profilo occupazionale: sono 270 i lavoratori della 29 giugno che rischiano di rimanere a casa dalla fine del mese. I sindacati sul piede di guerra hanno indetto per questa mattina un presidio sotto le finestre dell'assessorato all'Ambiente e per il prossimo 27 ottobre uno sciopero. Chiedono di rivedere i termini dell'accordo tra Ama e la 29 giugno, che sottolinea dal canto suo come sia in piedi con la municipalizzata un contenzioso da 12 milioni di euro, o in ogni caso la continuità occupazionale per gli addetti alla raccolta dei rifiuti. Dal canto suo Ama ha iniziato le procedure per affidare il servizio alle aziende che arrivarono alle spalle della 29 giugno nel 2015.

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