Virginia Raggi potrebbe presto avere un piccolo problema diplomatico con la senatrice del Movimento 5 Stelle Paola Taverna. Perché tra gli assegnatari di case popolari che oggi non ne avrebbero più diritto, c'è anche la mamma della attuale vicepresidente del Senato. La signora Graziella, infatti, vive da anni in un appartamento dell'Ater nel quartiere Prenestino, ma oggi, in virtù del reddito familiare, non potrebbe più beneficiarne. E a firmare un'eventuale ordinanza di sfratto sarà proprio la sindaca di Roma.
"Il patrimonio della signora rientra nei requisiti di legge e non supera il valore ai fini Ici imposto dalla normativa, non è corretto includere anche quelli di Paola Taverna, perché la convivenza si è conclusa nel 1998", è la difesa della famiglia. Ma secondo i dirigenti del Campidoglio la signora Graziella non potrebbe più beneficiare di questo tipo di alloggio e a questa quota di affitto, circa 150 euro al mese. Tra l'altro, ricostruiscono all'Anagrafe capitolina, Taverna aveva mantenuto la residenza nella casa del Prenestino fino al giugno del 2012, quindi i suoi redditi andrebbero sommati a quelli della mamma essendo parte, almeno fino al 2012, dello stesso nucleo familiare. La situazione della signora Graziella non è stata classificata come "di immediata esecuzione", ma prima o poi, se la mamma della senatrice Taverna non lascerà l'appartamento, potrebbe esserle notificata una ordinanza di sfratto. "Questo è un caso di scuola che nasce da un'attività di accertamento patrimoniale, attività a cui stiamo dando un impulso crescente", spiega il direttore dell'Ater di Roma Andrea Napoletano.
Taverna: "Mia madre esercita un diritto"
Da "un accertamento sembra che mia madre non abbia più diritto all'alloggio. Lei ha adito le vie legali perché ritiene di averne diritto. Dov'è la notizia?", si chiede Taverna in un video pubblicato su Facebook. "Credo che mia madre stia agendo bene e credo che mia madre a 80 anni abbia tutto il diritto di desiderare di morire nella stessa casa nella quale è vissuta. Mia madre ha 8o anni, percepisce una pensione minima e vive in un a casa popolare dove ho vissuto anche io per tanti anni", ha detto ancora la senatrice del Movimento 5 Stelle. "Qual'è la notizia che voleva dare oggi la Repubblica? Forse che la mia famiglia è una famiglia povera? O che io non mi sono arricchita con il mio lavoro e che potevo utilizzare 200 mila euro che ho scelto di restituire per la casa di mia madre?. Ma, sapete, per noi del M5s il ruolo che stiamo svolgendo serve per risolver i problemi di tutti e non i nostri problemi personali. Non provo vergogna a venire da una famiglia povera e ancora meno non provo imbarazzo a dire che la mia famiglia non è diventata benestante".
Ater e casa della madre della Taverna
La vicenda della casa va avanti da diversi anni. Il 3 dicembre 2014 l'Ater avviò "accertamenti sui diritti di proprietà sui beni patrimoniali" del nucleo familiare e rilevò che questi "superavano i limiti stabiliti dal regolamento regionale". Le "successive controdeduzioni mandate dal legale della famiglia non sanavano la questione tanto che il 3 dicembre 2017 fu inviata a Roma Capitale una proposta definitiva di decadenza dalla titolarità dell'alloggio", fa sapere Ater. Il 6 marzo scorso è stato inviato alla madre della Taverna "un atto in cui si chiede di liberare la casa". e il 14 giugno 2018, non essendo ciò avvenuto, è stato emesso un decreto di rilascio dell'immobile. Nel frattempo la signora ha fatto ricorso e chiesto una sospensiva. Il Comune di Roma fa sapere che "l'atto esecutivo dovrà essere predisposto dall'ente regionale Ater, proprietario del bene". Dall'Ater invece fanno sapere che serve in ogni caso una ordinanza di esecuzione del decreto firmata dal sindaco o da un suo delegato.