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Proiezione pirata di “Sulla mia pelle”, il film su Stefano Cucchi: migliaia di persone alla Sapienza

Migliaia di persone, studenti e non solo, al pratone dell’università La Sapienza per la proiezione pirata di ‘Sulla mia pelle’, il film di Stefano Cucchi. In tutta Italia si moltiplicano le proiezioni collettive del film prodotto da Netflix, nonostante le proteste per la violazione della legislazione sul copyright.
A cura di Valerio Renzi
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In tutta Italia si moltiplicano le proiezioni "pirata" di "Su la mia pelle", il film che racconta la storia di Stefano Cucchi prodotto da Netflix e da ieri disponibile sulla piattaforma di streaming e contemporaneamente distribuito in molti cinema. Dopo il tripudio di applaudi alla 75esima edizione del Festival di Venezia, si sono moltiplicati gli appuntamenti per proiezioni collettive della pellicola organizzate da collettivi di studenti e centri sociali. Questa sera è toccata all'università La Sapienza, dove una folla di migliaia di ragazzi si è radunata sul ‘pratone' della città universitaria per vedere assieme il film.

Tante le polemiche gli scorsi giorni. Facebook ha cancellato tutti gli eventi legati alle proiezioni. "L'ingresso chiaramente è libero e gratuito, non ci sarà nessun biglietto e nessuna modalità d'ingresso, quindi non serve essere iscritti in qualche facoltà o avere il badge. L'università è uno spazio aperto, di tutte e di tutti, dai più grandi ai più piccoli. – scrivevano ieri gli studenti del collettivo Sapienza Clandestina –  Non ci saranno sedie ma in genere consigliamo di portarsi dei teli per sedersi sul pratone. Alla fine della proiezione lasceremo il microfono aperto per chiunque abbia voglia di condividere qualcosa. Sono settimane che lavoriamo a quest'evento con fatica e immensa gioia, siamo davvero emozionati e sarà bellissimo".

Gli eventi di questi giorni testimoniano come la vicenda di Stefano Cucchi sia sentita da Nord e Sud della Penisola. Una storia di abusi in divisa penetrata in profondità nella coscienza collettiva del Paese. Tanto da spingere migliaia di persone a viverla insieme, in un luogo pubblico, incuranti di avere l'autorizzazione o meno. Perché copyright o no, tutti sentono la storia di Stefano come propria. Il cinema italiano, per fortuna, è ancora in grado di un impegno civile in grado di mobilitare le emozioni degli spettatori. E questo, al di là delle polemiche, ne è la migliore testimonianza.

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