Nella redazione romana di Fanpage.it un forum di confronto su uno dei temi più discussi tra le forze politiche quando si parla di Roma e dei suoi problemi: l'attribuzione alla capitale di poteri speciali. Ne abbiamo discusso con il deputato romano di Fratelli d'Italia Federico Mollicone, con l'assessore della giunta di Virginia Raggi Antonio De Santis per il Movimento 5 stelle e con il deputato e sottosegretario all'Ambiente del Partito democratico Roberto Morassut. Da molti anni si parla di una nuova riforma istituzionale per la città, ma un disegno di legge sulle quali possa convergere una maggioranza trasversale agli schieramenti ancora non c'è.
Valerio Renzi per Fanpage.it: La necessità di riformare lo statuto istituzionale di Roma Capitale, attribuendo risorse e poteri speciali alla città, è condivisa da quasi tutte le forze politiche. Quale riforma è necessaria per garantire a Roma di tornare ad occupare un ruolo di primo piano nella vita del paese, garantendo anche un miglioramento della qualità della vita dei cittadini che la abitano e la vivono?
Federico Mollicone (Fratelli d'Italia): Dobbiamo saper spiegare ai cittadini perché Roma Capitale merita uno status speciale. Basta guardare alle altre capitali europee, senza arrivare fino agli Usa, per vedere come le grandi capitali hanno il carattere di distretto, con un'autonomia finanziaria e gestionale, alcune sono addirittura delle città regione. La Costituzione riconosce Roma Capitale d'Italia ma, anche per motivi storici, pensiamo ad esempio alla perdita di status da parte di Torino e Firenze, non si è mai voluto andare oltre garantendo strumenti adeguati per assolvere ai compiti individuati dall'ordinamento. È arrivata l'ora, nel 2019, di cambiare lo status istituzionale di Roma, visto anche il collasso della città che è sotto i nostri occhi. Uno stato pietoso dovuto sì a quella che reputiamo essere l'incapacità di chi la governa adesso, ma anche all'assenza di fondi speciali e di poteri speciali. Roma, ricordiamolo, tra le altre cose è il più grande comune agricolo d'Europa, ha la più grande area archeologica di Europa e in più qui pesano tutte le funzioni speciali di una città capitale, ovvero osti straordinari che la città gestisce con un bilancio ordinario. Per queste ragioni sosteniamo la riforma dell'articolo 114. Ci fu già un tentativo nel decreto delega fiscale sul federalismo ma non andò a buon fine. Quando governava il centrodestra riuscimmo a riformare lo statuto di Roma Capitale e aprimmo una vertenza con il governo per la concessione di fondi speciali, ma è ora di arrivare a una soluzione strutturale e quanto più condivisa possibile. Allo stato attuale, in Parlamento, è nato un Osservatorio parlamentare per Roma che vede la partecipazione di senatori e deputati di ogni forza politica, di maggioranza e opposizione. Speriamo possa dare nuovo slancio a proposte concrete che Fratelli d'Italia, dall'opposizione non si tirerebbe indietro da discutere e votare.
Antonio De Santis (Movimento 5 stelle): Rispetto a questo tema c'è l'assoluta necessità da parte di tutte le forze politiche di mettere da parte l'autoreferenzialità mettendo al centro la città e i bisogni dei cittadini. A Roma Capitale serve un'attribuzione specifica di poteri speciali. Spiace quindi sentire la polemica politica quando discutiamo di questo.Tra l'altro mi pare che Fratelli d'Italia e l'onorevole Mollicone si siano cimentati con il governo della città e del Paese e i poteri speciali non li abbiamo comunque avuti. Evitiamo però la polemica, l'osservatorio di cui parlava Mollicone è un'occasione importante, noi come Movimento 5 stelle e giunta abbiamo in mentre altre due iniziative. Come già annunciato la convocazione degli Stati Generali di Roma, invitando le forze sociali e le imprese, le associazioni e tutti gli attori della città, raccogliendo anche contributi che nascano dal basso, e la promozione di un tavolo di altissime personalità, per disegnare uno statuto giuridico e normativo di Roma Capitale, per dare uno statuto effettivo ai bisogni che stiamo esprimendo. Siamo poi convinti che sia necessario attuare una vera semplificazione, così da sciogliere i grovigli burocratici e normativi, che impediscono di far atterrare le risorse che ci sono sui servizi per i cittadini. Un'ultima proposta: il sindaco di Roma deve sedere in maniera permanente al tavolo del consiglio dei ministri.
Roberto Morassut (Partito Democratico): Una proposta organica il Partito Democratico non ce l'ha. C'è un dibattito, ma non c'è un indirizzo chiaro sul destino della capitale e del suo ordinamento. Io considero questo un punto di debolezza della politica italiana in generale, e che anche noi dobbiamo recuperare un ruolo dinamico in questa discussione. Tutte le capitali europee hanno ordinamenti speciali, sono motore per l'economia ma anche per la coesione nazionale. E la situazione di Roma così non può più andare avanti: io ho offerto delle soluzioni a partire dalla mia esperienza e da un dibattito che in questi anni comunque c'è stato. È giunto il momento anche per questo di governo – una coalizione sensibile ai problemi del futuro di Roma – di incamminarsi verso la strutturazione di una proposta. L'Osservatorio parlamentare cerca di fare un'azione positiva per Roma, e rispetto ad altre legislature credo che questa volta ci sia lo spazio per imporre una discussione e a fine mese incontreremo anche il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte. Questo sentimento "anti romano" che pervade il dibattito è un sentimento provinciale, da politichetta italiana: Roma è un patrimonio inestimabile a livello mondiale, lo Stato non può non occuparsene nella maniera giusta. Ci sono varie proposte di legge, tutte ferme, perché ogni volta che si solleva la questione qualcuno dice ‘i romani sono privilegiati', ma è sotto gli occhi di tutti che non è così.
Fanpage.it: La nascita del nuovo governo così detto giallorosso, i cui principali attori sono il Partito Democratico e il Movimento 5 stelle, rappresenta un passo in avanti per arrivare a una discussione parlamentare su un progetto di riforma che possa vedere la luce entro la fine di questa legislatura? La Lega al governo ha rappresentato un freno?
Mollicone: Sicuramente non ci saranno i retropensieri della Lega su approvare uno statuto speciale per Roma Capitale. Raggiungere una maggioranza trasversale è possibile. Io penso che bisogna andare a incardinare concretamente un provvedimento sul quale tutte le forze politiche, al di là degli schieramenti e delle appartenenze, possano convergere per raggiungere l'obiettivo di un nuovo statuto istituzionale per Roma e dei fondi speciali. Una riflessione su quanto detto da De Santis, ovvero la presenza del sindaco di Roma nel consiglio dei ministri, mi fa piacere ricordare che durante l'ultimo governo di centrodestra questo già accadeva ogni qual volta si parlava dei problemi inerenti la città, quindi è una proposta che condividiamo.
De Santis: Siamo di fronte a una priorità che dovrebbe essere assunta da tutti come tale, a cominciare dalle forze che si trovano oggi al governo del Paese: se l'Italia deve ricominciare a correre, la locomotiva che la traina non può che essere la capitale. Il futuro dell'Italia e della sua Capitale sono strettamente intrecciati e non scindibili. Su questo la Lega farebbe bene a fare una riflessione.
Morassut: Intanto è importante che nel programma di governo la questione del futuro di Roma è presente all'interno dei 29 punti. Un tema che è stato incardinato presso la presidenza del Consiglio, quindi al massimo livello della cabina di comando del governo. Ora bisogna dargli gambe, sia dal punto di vista dell'immaginazione legislativa che con una volontà politica chiara. Su questo dico solo una cosa: molte capitali europee hanno un ordinamento simile a quello di una regione, Roma è un'anomalia. Un'anomalia che questo governo, senza la presenza della Lega che oggettivamente negli anni è stata ostile a dare maggiori poteri a Roma, può superare più facilmente del precedente. Un appuntamento da non mancare per dare le risposte che i cittadini aspettano da troppo tempo.
Fanpage.it: Maggiori poteri anche per maggiori risorse. La situazione di Roma appare così complessa che qualsiasi forza politica si trovi a governarla, senza gli strumenti e le risorse adeguate, rischia di ritrovarsi nelle stesse difficoltà…
Mollicone: Si dovrebbe riflettere sulle funzioni speciali di Roma, capire che non si può equiparare Roma a Sondrio o Rovigo, ma anche a una città come Milano. Lasciando perdere il giudizio politico sull'attuale governo della città, Roma ha sicuramente bisogno di fondi speciali per poter garantire servizi efficienti, ma sopratutto per far fronte agli aggravi rappresentati dal suo ruolo di capitale. Una necessità che va affrontata non come un'emergenza ma come un elemento strutturale da inserire con chiarezza in qualsiasi proposta legislativa e di modifica costituzionale. Per dare un futuro a Roma, chiunque governerà in futuro, deve avere la possibilità di farlo in maniera efficiente. E ora non è possibile farlo con i risultati che abbiamo di fronte, come sottolineato anche dalla Commissione Periferie nell'ultima legislatura, servono i poteri per rigenerare la città, a cominciare dalle periferie.
De Santis: Nel 2019 questa amministrazione ha versato circa 200 milioni di euro alla gestione commissariale per ripagare il debito che si era accumulato in precedenza, pertanto anche rimettere in equilibrio questi costi rappresenta un restrizione alle possibilità di investimento. Le previsioni normative attuali prevedono per Roma Capitale un'attribuzione di una cifra variabile tra i 100 e i 200 milioni di euro per sostenere gli extracosti legati alle sue funzioni speciali. È evidente che la città ha bisogno di risorse aggiuntive, ma tengo moltissimo a precisare che le adeguate risorse devono essere accompagnati – ripeto – da uno snellimento amministrativo della possibilità di impiegare le risorse esistenti, migliorando così l'erogazione dei servizi ai cittadini.
Morassut: Il tema delle risorse è senz'altro vero, ma non può essere un alibi. Contano anche la responsabilità e una qualità della classe dirigente. Io mi sento di dirlo con grande chiarezza: chi ha governato Roma negli ultimi dieci anni non si è mosso per servire Roma, ma per servirsi di Roma. Manca un progetto per il futuro della città e soprattutto per migliorare le vite di chi vive in città e per chi l'attraversa. È vero che le condizioni attuali sono difficili, ma io penso che anche nelle attuali condizioni si possa fare di più e meglio.
Fanpage.it: I quindici municipi di Roma sono enti territoriali pari a una città di medie-grandi dimensioni. Una riforma della governance della capitale non dovrebbe attribuire ad essi capacità di spesa e poteri maggiori? Così non rischiano di ridursi a passa carte di decisioni prese altrove quando dovrebbero essere gli enti di prossimità più vicini ai cittadini?
Mollicone: Siamo ancora in attesa di un vero decentramento. Purtroppo l'istituzione della Città Metropolitana – annunciato con grande entusiasmo all'epoca dal centrosinistra con Veltroni e Rutelli – si è concretizzata nella classica montagna che partorisce il topolino: i municipi non hanno una vera autonomia, possono soltanto impegnare i fondi in base ai vincoli del Campidoglio. Rutelli iniziò a spingere per il decentramento e poi Veltroni accentrò nuovamente le funzioni. Attualmente in municipi più che organi di governo locale sembrano dei semplici dipartimenti. Così come è ora il decentramento è una presa in giro. Solo con uno status forte di Roma Capitale si può procedere a un vero decentramento, così che i municipi possano essere davvero enti di prossimità.
De Santis: Io capovolgerei i termini della questione. Bisogna prima di tutto individuare le funzioni da attribuire ai municipi, a cominciare dai servizi. Una volta attribuite le funzioni con chiarezza discutiamo di come rendere possibile ai municipi di erogare servizi e svolgere le funzioni previste con poteri adeguati. Crediamo però che i municipi debbano anche essere i recettori delle istanze che vengono dai cittadini, dai territori, essere motore di partecipazione: anche i cittadini hanno diritto a scegliere come impiegare parte delle risorse per la comunità.
Morassut: Il termine decentramento è un termine superato, degli anni '70, esprime l'idea che c'è un potere centrale che cede qualcosa. Dobbiamo invece fare una rivoluzione copernicana. Il potere amministrativo territoriale, deve essere gestito dai municipi (magari un po' meno di quindici) con poteri pari a quelli di un comune, sopra di essi e sopra le realtà amministrative dell'area metropolitana ci deve essere un soggetto istituzionale con poteri pari a quelli di una regione.