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Ponte Mammolo, a parlare sono ruspe e manganelli. Mentre la politica tace

Questa mattina le ruspe hanno abbattuto in via delle Messi d’Oro a Ponte Mammolo. Famiglie intere che abitavano queste baracche, uguali in tutte e per tutto ai borghetti raccontati da Pasolini, si sono visti distruggere l’unico tetto che avevano sopra la testa, senza nessuna possibilità di mediazione.
A cura di Valerio Renzi
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Questa mattina le ruspe hanno abbattuto in via delle Messi d'Oro, poche centinaia di metri dalla metro di Ponte Mammolo, un insediamento abusivo. Una baraccopoli sorta più di 10 anni fa, e abitata per la maggior parte da rifugiati eritrei. Negli anni l'insediamento si è allargato, agli eritrei si sono aggiunti sud americani ed alcuni rom, famiglie ucraine. Per molti questo è solo un luogo di passaggio per altri lidi, tanti altri (almeno 200) qui hanno costruito faticosamente la propria vita precaria, dentro baracche in lamiera e muratura. Chi è mai stato nello slum di via delle Messi d'Oro sa quanto questo insediamento assomigliasse ai ‘borghetti' che negli anni '50 e '60 sorgevano nelle periferie romane, a ridosso degli acquedotti e dei quartieri in costruzione. Abitazioni fatiscenti e tirate su in una notte, proprio come quelle abbattute oggi, ma abitate da manovali provenienti dal sud o da famiglie romane povere, invece che da immigrati. Lo stesso paesaggio di Ragazzi di vita di Pasolini, niente di più e niente di meno.

Lo sgombero di oggi, oltre ad essere stato repentino e senza nessuna possibilità di mediazione, tanto che per convincere i migranti a lasciare le proprie baracche sono stati necessari i manganelli, è sostanzialmente inutile e brutale. Per restaurare la legalità si trasferiscono i migranti (ma non tutti, solo quelli censiti) in un centro di accoglienza (Baobab su via Tiburtina) già al collasso. Per gli altri la strada e la necessità di ricominciare da qualche altra parte, senza più un tetto sulla testa. Per tutti negli occhi è stampata l'immagine di una ruspa che passa sopra ogni avere e ricordo accumulato negli anni. C'è chi esce dalla propria casa con cani e gatti, non accetta il centro di accoglienza per non abbandonare gli animali.

Gli esponenti istituzionali del municipio passano e si dileguano. L'assessorato alle Politiche Sociali manda alcuni funzionari a gestire la situazione, confusi e senza direttive chiare. La politica balbetta anzi, è proprio muta. Qui in via delle Messi d'Oro centinaia di persone sono state abbandonate per dieci anni, nonostante fossero disponibili ad un percorso di emersione dall'illegalità, una comunità seguita da diverse associazioni di volontariato e di difesa dei diritti umani dispersa in una mattinata. Abbandonate poi cacciate da un giorno all'altro, senza preavviso, senza possibilità di conoscere e di discutere del proprio futuro.

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