Piazza Navona è una delle piazze di Roma che si riempie di turisti dodici mesi all’anno. Pittori e disegnatori riescono a vivere del loro lavoro dipingendo e vendendo le proprie opere ai bordi delle stradine del centro storico. Dal 2018 però su, input del Movimento 5 stelle e in particolare di Andrea Coia, presidente della commissione Commercio, e di Eleonora Guadagno, presidente della commissione Cultura, le regole sono cambiate. Per far fronte all'abusivismo è stato approvato il “Regolamento per lo svolgimento di attività nel campo delle arti figurative su area pubblica nel territorio di Roma Capitale”, con l'intenzione proprio di regolamentare l'attività di pittori e ritrattisti, allontanandoli nei fatti dalle piazze storiche della città.
Il regolamento prevede la selezione di tutte le piazze romane in cui i pittori possono “parcheggiarsi” per lavorare. Il problema dietro a questo bando pubblico è che le zone migliori, quelle al centro, piene di persone disposte ad acquistare i quadretti, sono solo 25 su un totale di 204. Dopo la scelta dei posti, è avvenuta la selezione degli artisti, giudicati da una commissione ad hoc formata da un critico d’arte, il presidente, esperto dei Mibac, uno della Sovrintendenza capitolina, uno individuato dall’Accademia delle Belle Arti e un artista. Dei provini che hanno di fatto “fregato” e messo in difficoltà pittori che da una vita mangiano disegnando.
Chi in graduatoria è al di là della venticinquesima posizione, si troverà con una postazione assegnata in periferia o estrema periferia, dove di certo la loro attività non è richiesta essendo rivolta in prevalenza ai turisti. Chi vuole un dipinto di Fontana di Trevi o un ritratto su una rotonda di cemento o lungo uno stradone trafficato? Abbiamo visitato alcune delle postazioni con i pittori esclusi dalle postazioni del centro e in effetti non è pensabile per i pittori sopravvivere qua.
“Può capitare che un romano compri un quadruccio, ma può capitare una volta al mese”, commenta desolato Adriano Lazzaro, pittore che fin dagli anni Novanta ha fatto dell’arte il proprio lavoro al centro di Piazza Navona. “Proporci questo posto come posto in cui vendere le nostre opere, mi sembra po’ grottesco”, prosegue guardandosi intorno in mezzo al parcheggio deserto accanto al Lidl di Via delle Vigne Nuove.
Adriano e i suoi colleghi meno fortunati hanno deciso di non scegliere nessuna delle postazioni disponibili. Hanno provato a contattare – ormai due anni fa – il consigliere Coia per cercare insieme una soluzione, ma non hanno ricevuto alcuna risposta. L’idea era quella di fare una rotazione fra i pittori, in modo da animare ancora di più il centro storico, dando allo stesso tempo la possibilità di guadagnare a tutti.
“Ho due bambine piccole da mantenere e da crescere”, racconta invece Francesco Azzaro, caricaturista romano, “sono nate quando lavoravo al centro di Roma”. La piccola è in primo piano, sorridente, sulla lavagna piena di ritratti e caricature del papà, che si mostra preoccupato in vista del futuro. Francesco racconta delle multe salate che ha preso negli ultimi anni per poter lavorare in posti che potessero portargli un minimo di guadagno. “Ci costringono a essere abusivi. Hanno fatto questo bando per risolvere il problema dell’abusivismo, ma in realtà non hanno risolto nulla, anzi”, conclude Lazzaro con il carboncino ancora in mano.
La regolamentazione dei pittori di strada è una questione che va avanti dal 2002 e alla fine, dopo vent'anni, è arrivata una soluzione che rischia di penalizzare la maggior parte degli artisti, che hanno visto il loro futuro appeso al giudizio inappellabile di una commissione di sconosciuti.