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Piove e l’asfalto si sgretola: disagi in tutta Roma. Di chi è la colpa?

Piove e l’asfalto si sgretola, le buche sulle strade di Roma diventano voragini e i cittadini vanno su tutte le furie. Ma di chi è la colpa? E sopratutto: come si risolve il problema?
A cura di Valerio Renzi
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Le foto che vedete sopra sono state scattate questa mattina tra Casalotti e Boccea, alla periferia Nord di Roma. Ma potrebbero essere state scattate in quasi qualsiasi quartiere della capitale: dopo dieci giorni di pioggia e neve, le strade della capitale sembrano sgretolarsi. Se ne sono accorti i cittadini, costretti a cambiare le gomme o a recarsi dal meccanico, ma soprattutto intrappolati per ore nel traffico tra chiusure e deviazioni. Solo ieri disagi ci sono stati su diverse arterie importanti dalla Tangenziale Est a via Cristoforo Colombo, da via Collatina a via Appia Nuova, dalla Magliana a via Palmiro Togliatti. Ovunque le strade sono un colabrodo, con buche che assomigliano più a voragini.

Di chi è la colpa? Sui social network, tra gruppi Facebook e Twitter rimbalzano i post di rabbia contro l'amministrazione di Virginia Raggi. E a ben vedere è comprensibile: la giunta, in pompa magna, ha lanciato l'operazione #StradeNuove, con lo stanziamento di 85 milioni di euro in un anno per il rifacimento del manto stradale. Lavori che la giunta aveva promesso rapidi e trasparenti, ma sopratutto di qualità. Ad ogni rifacimento stradale una foto con "prima e dopo" (come questa) in cui la sindaca rivendicava i risultati della sua buona amministrazioni. Tra le strade rifatte anche viale della Primavera dove, abbiamo verificato questa mattina, diverse buche si sono già riaperte.

Da parte della giunta Raggi c'è stato troppo sensazionalismo, nel mostrare come un grande successo quella che dovrebbe essere solo ordinaria amministrazione in una metropoli come Roma: avere strade sicure e lavori, fatti con soldi pubblici, assolutamente inutili. La vicenda delle "toppe" sulle strade della capitale è una metafora efficace dello stato di Roma: quando si interviene per risolvere un problema lo si fa male e in ritardo, passando di emergenza in emergenza.

"Vi invito a comunicare – ha scritto la sindaca Virginia Raggi ai municipi- l'ammontare dei fondi destinati alla manutenzione stradale, a decorrere dal 2017, specificando somme impegnate e residue, interventi già effettuati sul manto stradale, a decorrere dal 2016 e quelli programmati". Inoltre il Camopidoglio chiede l'elenco elle strade più ammalorate che necessitano di interventi urgenti e lo stato delle stesse". Una mappatura necessaria "per permettere all'amministrazione centrale di supportare nella maniera più idonea ed efficace l'azione dei municipi volta alla manutenzione delle strade del proprio territorio".

Risorse e programmazione sembrano essere ancora una volta i problemi di una città in cui l'ordinario (la pioggia!) diventa emergenza. Perché le buche fanno il paio con gli alberi che cadono, mettendo a repentaglio la sicurezza dei cittadini e la vivibilità di luoghi importanti come le ville storiche. E se non è tutta colpa dell'amministrazione Raggi, se i problemi vengono da lontano, perché non cominciamo a discutere di alcune cose semplici e di come realizzarle: quanti soldi servono per rimettere a posto tutte le strade di Roma, dove prenderli, come fare gare eque dove non vinca solo il massimo ribasso (che comporta l'utilizzo di materiale più scadente), come si ha la certezza che le ditte lavorino come accordato. Un dibattito da svolgere con trasparenza e responsabilità, come va tanto di moda dire, per trovare risposte adeguate a problemi irrimandabili.

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