1.055 CONDIVISIONI
video suggerito
video suggerito
Gaia e Camilla travolte e uccise a Roma da un'auto

Perché Pietro Genovese è agli arresti domiciliari: “Personalità incline a violare le regole”

Ha guidato dopo aver bevuto alcolici e sicuramente il suo suv viaggiava ben oltre il limite dei 50 chilometri all’ora. Si è messo al volante della sua macchina nonostante in passato gli sia già stata ritirata la patente, sia stato multato per infrazioni al codice stradale e per possesso di stupefacenti. Queste le circostanze che hanno motivato il gip del tribunale di Roma ad accettare la richiesta degli arresti domiciliari per Pietro Genovese.
A cura di Enrico Tata
1.055 CONDIVISIONI
Pietro Genovese
Pietro Genovese
Attiva le notifiche per ricevere gli aggiornamenti su

Ha guidato dopo aver bevuto alcolici e sicuramente il suo suv viaggiava ben oltre il limite dei 50 chilometri all'ora. Si è messo al volante della sua macchina nonostante in passato gli sia già stata ritirata la patente, sia stato multato per infrazioni al codice stradale (passaggio con il rosso, per esempio) e per possesso di stupefacenti. Queste le circostanze che hanno motivato il gip del tribunale di Roma ad accettare la richiesta della misura di custodia cautelare degli arresti domiciliari per Pietro Genovese. Il 20enne, figlio del noto regista Paolo, è accusato di duplice omicidio stradale nei confronti di Gaia Von Freymann e Camilla Romagnoli, le due 16enni morte in seguito al violentissimo impatto con l'auto del 20enne lungo corso Francia a Roma. 

La velocità elevata

Genovese andava a una velocità superiore al limite consentito di 50 chilometri all'ora e in ogni caso, scrive il gip nell'ordinanza con cui ha disposto l'arresto del ragazzo, doveva essere limitata in considerazione dell'ora notturna, la prossimità dell'intersezione di corso Francia con via Flaminia, la scarsa illuminazione, la forte pioggia intermittente, l'intenso traffico pedonale e veicolare. Secondo il giudice la velocità era "verosimilmente di gran lunga superiore al limite". Lo dicono tutti i testimoni e l'impatto violentissimo "è scarsamente compatibile con una velocità di 50 chilometri all'ora". Le forze dell'ordine hanno riferito che il ragazzo "palesava un visibile stato confusionale e con alito vinoso".

Non concessa l'aggravante dell'alterazione da sostanze stupefacenti

Genovese è risultato positivo sia all'alcol test (tasso di 1,4, tre volte superiore al limite consentito) e al test antidroga. Per quanto riguarda l'aggravante della guida in stato di alterazione psicofisica occorre la prova "dello stato di alterazione psicofisica determinata dall'assunzione di stupefacenti". In generale per entrambe le situazioni è necessario, scrive il gip, un preciso riscontro di natura tecnica. "Per configurare l'aggravante si richiede che sia provata non solo la precedente assunzione di sostanze stupefacenti, ma anche che l'agente abbia effettivamente guidato in stato di alterazione causato da questa assunzione. Altre circostanze devono provare la situazione di alterazione psico fisica. Perché l'esame tecnico potrebbe avere risultato positivo per assunzione della sostanza giorni addietro". Non solo, quindi, deve essere dimostrata l'assunzione di droghe, circostanza verificata in questo caso, ma anche la guida in stato di alterazione, che invece non è stata dimostrata. Spiega il gip che "dalle annotazioni del pg risulta solo che il conducente emanava forte alito alcolico e versava in uno stato di confusione alternando momenti di pianto a momenti di disperazione. Le sostanze stupefacenti riscontrate potevano essere state assunte da genovese in epoca precedente all'incidente". 

Le responsabilità di Pietro Genovese

Le due ragazze, stando alle ricostruzioni degli inquirenti, hanno sbagliato e tenuto una condotta "incautamente spericolata". Nonostante la zona scarsamente illuminata, la pioggia forte in atto, hanno scavalcato il guardrail e attraversato con il semaforo rosso, forse al di fuori dell'attraversamento pedonale. Ma Genovese, scrive il gip, ha dimostrato "imprudenza e imperizia" a causa della velocità elevata e della guida con un tasso alcolemico superiore al limite.

Il ragazzo "percorreva una strada all'interno di un agglomerato urbano, in un punto di intersezione caratterizzato dalla presenza di case e locali notturni della movida romana, a velocità elevata e a tenore degli elementi sopra esposti e con un tasso di alcol superiore al limite consentito, con la conseguenza che in astratto pur non avendo concepito come concretamente realizzabile l'incidente stradale e quindi non averlo in alcun modo voluto, in concreto con la sua condotta, elevata velocità e assunzione di alcol, si sia rappresentato la possibilità di cagionare un evento non voluto confidando al contempo nelle sue capacità di guida così da poterlo scongiurare".

Una velocità meno elevata e una condizione di sobrietà "avrebbe con ogni probabilità permesso all'indagato di meglio controllare il veicolo mettendo in atto manovre di emergenza per arrestarlo davanti a ostacoli prevedibili". Il giovane "ha percorso il tratto interessato dal sinistro mortale omettendo colposamente di osservare la dovuta diligenza e la comune prudenza che si richiede a ogni automobilista al fine di scongiurare situazioni di pericolo proprio e altrui".

Gli arresti domiciliari

Genovese risulta segnalato per ben due volte, nel 2016 e nel 2017 per detenzione di sostanze stupefacenti. Ha avuto già in passato la patente ritirata per violazioni al codice della strada e ha subito ben quattro decurtazioni di punteggio, tra il 2018 e il 2019, per transito con semaforo rosso e altre infrazioni.  "Ciò dimostra che è solito condurre veicoli a motore dopo aver assunto sostanze alcoliche se non anche stupefacenti e non rispettare le norme del codice della strada. Le precedenti contestazioni e provvedimenti amministrativi non hanno avuto alcun effetto deterrente. Si è messo alla guida dopo aver assunto alcolici nonostante in passato gli fosse già stata ritirata la patente. Questo comportamento dimostra noncuranza, se non addirittura disprezzo verso i provvedimenti e i moniti dell'autorità amministrativa e o di pubblica sicurezza ed è sintomo di una personalità incline alla violazione delle regole. La sua personalità lascia ragionevolmente presumere che il medesimo non si scoraggi dall'usare comunque l'automobile per il solo fatto dell'avere avuta ritirata la patente di guida. quindi allo stato al fine di neutralizzare il pericolo concreto e attuale di reiterazione di condotte analoghe, appare necessario limitare la libertà di movimento di genovese, il quale, sebbene incensurato e di giovane età potrebbe, ponendosi alla guida di altre vetture, magari di amici o conoscenti, porre in essere condotte gravemente colpose in violazione alle norme della circolazione stradale compromettendo così la propria e l'altrui incolumità". 

1.055 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views