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Pelonzi (Pd): “Lo stadio va fatto ma con il nostro progetto, non quello dei 5 stelle”

Capogruppo del Partito democratico in Campidoglio, Giulio Pelonzi intervistato da Fanpage.it commenta l’arresto di Marcello De Vito e il futuro dello stadio della Roma.
A cura di Valerio Renzi
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Si apre una nuova fase in Campidoglio dopo l'arresto di Marcello De Vito? Gli elettori secondo il Partito democratico devono essere nuovamente chiamati alle urne?

Sono due anni che ci siamo accorti che questa giunta non ha la capacità di governare una città come Roma, per governare la Capitale d'Italia. Un po' per i litigi, un po' per una differenza di vedute costante tra due anime all'interno del M5s che non riescono a trovare un accordo su molti temi. Così non si riescono a prendere decisioni per andare avanti e il risultato è che Roma è stremata: rifiuti, trasporti, manutenzione urbana, società municipalizzate, non c'è un fronte su cui la giunta abbia fatto progressi tangibili per i cittadini. A l'incapacità di governo si aggiungono poi i guai giudiziari e un'opacità dell'agire amministrativo: sono arrivati al capolinea, è ora di dare la parola agli elettori.

Capitolo stadio della Roma: l'iter deve andare avanti nonostante le inchieste o bisogna tornare indietro?

Lo diciamo chiaramente: questo progetto nuovo stadio della Roma non va fatto. Noi abbiamo votato contro alla delibera del nuovo progetto perché riteniamo non c'è più l'interesse pubblico. Certo anche il progetto portato in aula e approvato dall'ex assessore Giovanni Caudo poteva essere criticato ma non c'è dubbio di una cosa: il rapporto tra spese sostenute dal pubblico e dai privati erano circa di 280 milioni per i privati e circa 80 milioni il pubblico, in questo progetto il rapporto si inverte. Anche se le cubature private sono state tagliate questo ha rappresentato la diminuzione di un rischio d'impresa, in cambio della scomparsa pressoché totale delle opere pubbliche. Lo stadio va fatto, ma chiediamo si torni indietro a quella che era la proposta che il centrosinistra ha portato in aula e che è cambiata tutta a favore dei privati.

Anche dopo Mafia Capitale, secondo quello che scopriamo dalle carte delle inchieste, è continuata la pressione di imprenditori e privati su chi governa la città…

Io credo che l'azione della procura sia stata incisiva e che quel sistema criminale con al vertice Buzzi e Carminati sia stato spazzato via. Quello che sta accadendo adesso non nasce a Roma, sono convinto che le pressioni di Luca Parnasi non nascono in un contesto cittadino ma più in alto.

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