73 CONDIVISIONI

Paziente morto per un trapianto di fegato sbagliato: a processo tre medici dello Spallanzani

Tre medici dell’ospedale Spallanzani di Roma, tra cui il direttore del Centro trapianti, saranno processati con l’accusa di omicidio colposo. Dovranno chiarire cosa portò alla morte di Vincenzo Parrella, deceduto nel maggio del 2015 in seguito a complicanze dopo che gli fu impiantato un fegato incompatibile col suo gruppo sanguigno. A denunciare i medici sono state la moglie e l’ex compagna di Parrella, figlia del cantautore Stefano Rosso.
A cura di Valerio Renzi
73 CONDIVISIONI
Lo Spallanzani di Roma
Lo Spallanzani di Roma

Tre medici dell'ospedale Spallanzani di Roma sono stati rinviati a giudizio con l'accusa di omicidio colposo. I tre, tra cui il direttore del Centro trapianti dell'ospedale, Giuseppe Maria Ettorre, considerato un luminare nel campo, compariranno davanti a un giudice il prossimo 7 marzo. Lo ha deciso, come riporta il "Corriere della sera", il giudice per l'udienza preliminare Clementina Forleo, accogliendo la richiesta del pubblico ministero Mario Ardigò.

Al paziente fu impiantato un fegato incompatibile col suo gruppo sanguigno

Assieme a Ettorre sono imputati altri due dottori, C.F. e G.V.. I tre dovranno chiarire cosa portò alla morte di Vincenzo Parrella, un paziente di 59 anni che morì il 20 maggio del 2015 in seguito a complicanze dopo un trapianto di fegato. Secondo quanto ricostruito finora dagli inquirenti, a Parrella, ex compagno della figlia del cantautore romano Stefano Rosso, fu impiantato per errore un fegato di un gruppo sanguigno diverso e incompatibile con il suo. Nonostante una seconda operazione avvenuta a distanza di una settimana, il paziente morì a due mesi e mezzo dal primo intervento.

Sia la moglie della vittima sia la sua ex convivente avevano presentato denuncia, per cercare di capire cosa avesse provocato la catena di errori che ha portato alla morte di Parrella, che aveva bisogno di un fegato sano perché malato di cirrosi epatica. La difesa dei medici aveva sostenuto che mancasse il nesso di causalità tra questi errori e il decesso del 59enne: una tesi respinta dal gup, che ha disposto il processo per i tre medici: "Sarà il processo a chiarire le eventuali responsabilità degli imputati. Quel che è certo è che in quell’ospedale c’è stato un errore gravissimo che in un paese civile non deve più accadere", ha commentato al Corsera l’avvocato di parte civile Cesare Placanica.

73 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views