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Luca Varani uciso da Manuel Foffo e Marco Prato

Omicidio Varani, coltello sporco e abiti da donna: le foto nella stanza delle torture

Secondo la psicanalista Vera Slepoj, Marco Prato e Manuel Foffo “sono uniti nel crimine più efferato di questo ultimo secolo”. Pubblicate anche le fotografie dei biglietti che Marco Prato avrebbe scritto ai suoi cari per dare loro l’addio prima del tentato suicidio.
A cura di Enrico Tata
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Il coltello da cucina e il piumone sporchi di sangue, la bevanda mescolata con la droga, gli indumenti sporchi, gli abiti da donna di Marco Prato e le tracce di rossetto lasciate sui mozziconi delle sigarette. Fotografie che raccontano l'orrore di quella notte nella stanza delle torture, dove Luca Varani, 23 anni, fu seviziato per una notte intera e poi ucciso brutalmente da Manuel Foffo e Marco Prato. Gli scatti saranno pubblicati in esclusiva sul settimanale Giallo, in edicola dal 12 ottobre.

"Lo abbiamo tagliato come si affetta il pane"

"Lo abbiamo tagliato come si affetta il pane, ma Luca non voleva morire: dopo un minuto di silenzio ricominciava a respirare", ha raccontato Manuel Foffo ai carabinieri nel corso dei diversi interrogatori in carcere. Secondo la psicanalista Vera Slepoj, i due ragazzi "sono uniti nel crimine più efferato di questo ultimo secolo". La rivista pubblicherà anche le fotografie dei biglietti che Marco Prato avrebbe scritto ai suoi cari per dare loro l'addio prima del tentato suicidio. Gli inquirenti devono ancora accertare se il tentativo di togliersi la vita sia stato in realtà solo una simulazione. "Chiedo scusa a tutte le persone a cui ho fatto qualcosa. Vi scrivo mentre me ne sto andando. Mamma e papà vi amo e vi ho sempre amati, non ho rancore o rabbia, solo amore per voi. Mamma ti ho amata ogni giorno della mia vita e non devi pensare nemmeno un secondo ai nostri silenzi perché per me non sono mai esistiti", è parte del testo scritto da Prato nei biglietti d'addio. Secondo una perizia tossicologica, firmata dalla dottoressa Federica Umani Ronchi, il 30enne avrebbe davvero cercato di togliersi la vita assumendo un ansiolitico in grandi quantità.

Domani gli investigatori effettueranno un sopralluogo proprio nella camera d'albergo nella quale Marco Prato tentò, o fece finta, di togliersi la vita. La camera d'hotel è rimasta sotto sequestro e sigillata dal giorno dell'omicidio.

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