Omicidio Sara Di Pietrantonio: “Paduano merita l’ergastolo, voleva esercitare un dominio possessivo”
Vincenzo Paduano merita l'ergastolo, secondo il procuratore generale Stefano Tucci. L'ex fidanzato di Sara Di Pietrantonio, già condannato a 30 anni dai giudici d'appello per l'omicidio della ragazza, dovrebbe rimanere in carcere a vita per gli inquirenti. Per questo Tucci ha chiesto alla Corte di Cassazione di valutare la richiesta di un nuovo processo d'appello per il 30enne. A maggio scorso Paduano è stato condannato a 30 anni di carcere con il rito abbreviato, mentre in primo grado era stato condannato all'ergastolo. Oggi la prima sezione penale della Cassazione dovrà decidere se confermare o meno la condanna inflitta dalla Corte d'assise d'appello. "Sono fiduciosa. Mi aspetto almeno che sia confermata la sentenza di secondo grado, per me sarebbe impensabile che le attenuanti riuscissero ad avere più forza e ragione sulle aggravanti", ha dichiarato la mamma di Sara davanti all'ingresso del ‘Palazzaccio'.
Per il procuratore generale Tucci, Paduano non ha ucciso per "un impeto di gelosia, ma con uno spirito punitivo". Il ragazzo, ha detto in aula il pg, "voleva esercitare sulla vittima un dominio possessivo". "L'inserimento abusivo dell'imputato nel profilo Facebook di Sara è sintomatico del dominio che voleva esercitare sulla ragazza, la cui vita era stata fortemente turbata" e "tutti gli elementi non consentono alcun ragionevole dubbio sulla fondatezza delle aggravanti". Per quanto riguarda le scuse che il ragazzo ha formulato, "si tratta innanzitutto di scuse tardive, è facile chiedere perdono dopo essere stati condannati all'ergastolo, e non si tratta solo di tardività o Di facilità, ma anche di inconcretezza".
L'omicidio di Sara Di Pietrantonio
Sara Di Pietrantonio è stata uccisa nella notte tra il 28 e il 29 maggio del 2016. Il suo ex, Vincenzo Paduano, la uccise e diede fuoco al suo corpo. Alle 5 del mattino il corpo semicarbonizzato di Sara fu trovato dai vigili del fuoco a circa duecento metri dai resti di un'automobile in fiamme. Paduano, da quanto è emerso dalle successive indagini, la tormentava da tempo con telefonate e pedinamenti morbosi. Poche ore prima del delitto, i due si erano visti per un chiarimento. Poche ore più tardi, dopo che lei gli aveva comunicato la fine di ogni loro rapporto, il ragazzo l'ha seguita, l'ha affiancata e speronata con l'automobile. Sono scesi entrambi, hanno discusso, poi lui l'ha uccisa e le ha dato fuoco.