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Omicidio Luca Sacchi ucciso a Roma

Omicidio Sacchi, Princi e lo spaccio tramite chat criptate. L’ipotesi: “Luca il guardia spalle”

Le indagini sull’omicidio di Luca Sacchi puntano a ricostruire la rete di spaccio con al centro l’amico Giovanni Princi, molto accorto nel gestire i suoi affari stando ben attento a utilizzare solo app di messaggistica criptate e che distruggono i messaggi. Luca in più di un’occasione lo avrebbe accompagnata a degli incontri come guardia spalle.
A cura di Redazione Roma
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Giovanni Princi aveva una grande disponibilità di denaro in contanti perché la sua attività di spaccio era ben più fiorente di quanto ipotizzato al principio dell'inchiesta. Secondo gli inquirenti non ci sarebbe quindi nessun "finanziatore" rimasto ancora senza nome per l'acquisto dei 70.000 euro di marijuana, la cui trattativa è finita con l'omicidio di Luca Sacchi, forse dei "soci" ancora da individuare. L'amico d'infanzia di Luca avrebbe costruito una rete di clienti muovendosi con grande discrezione, tanto da non venire mai individuato dalle forze dell'ordine.

La scalata di Giovanni Princi come Pusher

L'accortezza di Princi è testimoniata ad esempio dalla deposizione di un ventenne – ascolta in questi giorni in procura – riportata oggi dal Corriere della Sera, in un articolo firmato da Fulvio Fiano. Il ragazzo ha raccontato che lo contattava tramite l'app di messaggistica Wickr, che proprio il pusher gli aveva consigliato di scaricare, ma non gli aveva mai voluto dare il suo numero di telefono né tantomeno dirgli dove abitava.

Luca e Anastasiya nella rete di affari dell'amico

Ma un passo falso Giovanni Princi lo fa, e avviene proprio poco giorni prima dell'omicidio di Luca, quando viene intercettato dalle forze dell'ordine mentre incontra un pregiudicato davanti a un supermercato in piazzale Appio. Ma la DDA tiene d'occhio il suo interlocutore che si trova ai domiciliari e li ferma. La circostanza era già emersa ma oggi si aggiunge un particolare reso noto sempre dal Corriere: i due avrebbero utilizzato un'altra app di messaggistica considerata sicura, Surespot, e il pregiudicato già arrestato per traffico internazionale di stupefacenti, viene trovato in possesso di 600 euro la cui somma non sa come giustificare. Con loro c'è anche Luca Sacchi che, non è escluso che accompagnasse abitualmente Princi in incontri e consegne, una sorta di guardia spalle del pusher emergente, nella cui rete avrebbe avuto un ruolo anche la fidanzata di Luca Anastasiya Kylemnyk.

Giovanni Princi resta in carcere

Intanto proprio ieri il tribunale di Roma ha respinto le richieste dei legali di Princi e Anastasya di rivedere le misure cautelari a cui sono sottoposti: l'amico di Luca resta in carcere e la ragazza sarà ancora sottoposta all'obbligo di firma quotidiano negli uffici di polizia.

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