Omicidio Federica Mangiapelo, i giudici: “Fidanzato era già stato violento in passato”

Tre anni fa, il primo novembre del 2012, Federica Mangiapelo, diciassette anni veniva trovata morta sulle rive del lago di Bracciano alle porte di Roma. Per la sua morte è stato condannato il fidanzato Marco Di Muro a 18 anni di reclusione e ora sono state depositate anche le ragioni della sentenza. Secondo i giudici le prove scientifiche a carico del fidanzato della ragazzo sono schiaccianti, anche se il 25enne di Formello si è sempre dichiarato innocente, prima su tutte le tracce di alghe sui calzoni che indossava quella sera e che, appena tornato  casa ha infilato in lavatrice.

Ma soprattutto i giudici ricostruiscono la storia tra Federica e Marco, che era stata anche prima di quella tragica notte, costellata di episodi di violenza e liti. Era stato lo stesso Marco ad ammettere durante il primo interrogatorio di aver picchiato in almeno un'occasione la fidanzata "per educarla". Dal profilo emerso dalle indagini Di Muro appare con un carattere possessivo e geloso, controlla ossessivamente la ragazza che dal canto suo affronta un'adolescenza complicata, ha lasciato gli studi e si sente il giudizio di conoscenti e familiari addosso. Il ragazzo sarebbe arrivato a chiedergli di togliersi la vita insieme dopo averla chiusa nell'auto. Almeno altre due volte l'avrebbe chiusa dentro casa della madre, più di una volta sarebbe stato violento.

La sera della morte di Federica i due litigano una festa e più tardi si incontrano nella località di Vigna di Valle, lungo il lago luogo dove spesso si ritrovano per stare in intimità. Qui secondo gli inquirenti la ragazza avrebbe rifiutato le avances del fidanzato che, dopo averla provata a spogliare, avrebbe perso la testo affogandola nel lago. Marco Di Muro sostiene di aver semplicemente lasciato Federica per strada dopo il litigio e di non averne però più avuto notizie.